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Politica

CHE ANNO

GIUSEPPE ADAMOLI - 19/01/2024

elezioniNel 2024 avremo nel mondo più di 50 Stati alle urne.
Alcune elezioni ci riguardano da vicino in particolare nell’UE, negli Stati Uniti e in Russia.
Queste ultime purtroppo saranno una farsa con gli oppositori di Putin incarcerati o impossibilitati ad agire in pienezza.

Gli USA sono in tutt’altra situazione ma con una fortissima polarizzazione fra il polo democratico e quello repubblicano e con polemiche furiose, profonde e pericolose.
Di più, è probabile che i due candidati siano il Presidente uscente Joe Biden (81 anni) e l’ex Presidente Donald Trump (77anni). Un forte velo di tristezza per i filo occidentali.

Se vincesse Trump sarebbero messi a dura prova la stessa democrazia americana e tutto il sistema delle sue relazioni internazionali comunque in una fase di transizione verso un mondo diverso da quello attuale. Ci sarebbe forse un solo risvolto positivo per noi: costringerebbe l’UE ad uscire allo scoperto con una maggiore integrazione per giocare un ruolo “adulto” nella grande geopolitica. Ma il forte risveglio europeo è comunque necessario anche se vincerà Biden o un altro candidato.

Sarebbe quindi opportuno che noi italiani ci concentrassimo anzitutto sull’Europa, sui suoi problemi e prospettive, sulla sua sovranità temperata. Essere pienamente e fattivamente appartenenti alla democrazia occidentale significa mantenere dei buoni rapporti con l’America senza esserne succube.

Due fatti politici molto discutibili vanno rimarcati a questo punto del percorso italiano. Il primo riguarda i Trattati europei. Si può lottare diplomaticamente per cambiarli ma fino ad allora si devono rispettare. La vicenda del MES è significativa: giocare su una sorta di ricatto per la sua approvazione è sbagliato e perdente.

Il secondo fatto riguarda i capitoli decisivi sulla Sicurezza e sulla Difesa, sul fisco comune, sulla politica migratoria e sull’eliminazione della regola dell’unanimità. La destra al governo, eccetto Forza Italia, trascura completamente questi temi salvo quello delle migrazioni.
Di più, il partito di Salvini si sta spostando su posizioni sempre più estreme per tentare di non perdere completamente la faccia rispetto all’irripetibile 34% di cinque anni fa. È una deriva rischiosa.

Il vero auspicio è che l’talia ambisca ad essere sempre fra Paesi guida dell’Ue, obiettivo necessario soprattutto nel caso di ulteriore allargamento dei Paesi membri. L’Italia lo deve: 1) al fatto di essere la terza economia e la seconda nazione manifatturiera in Europa; 2) di essere uno dei sei Paesi fondatori; 3) di avere un ruolo strategico nel Mediterraneo.

Sono ragioni che tutti noi dovremmo attentamente valutare in questo periodo pre-elettorale.

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