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Spettacoli

BEATLES IMMORTALI

SERGIO REDAELLI - 09/06/2012

Immortali Beatles! A cinquant’anni esatti dalla prima apparizione nei mitici studios della casa discografica Emi in Abbey Road a Londra (era il 6 giugno 1962), si continua a parlare di loro come e forse più di prima. La new sulla bocca dei fan è la possibile reunion per le Olimpiadi estive in programma nella capitale inglese dal 27 luglio al 12 agosto 2012 con un’inedita formazione allargata: insieme ai superstiti Paul Mc Cartney e Ringo Starr suonerebbero i due figli di John Lennon, Julian, cinquantun anni e Sean, trentasette, nato dal secondo matrimonio con Yoko Ono e il rampollo di George Harrison, Dhani, che l’autore di Taxman ebbe dalla moglie Olivia Trinidad Arias e che oggi ha trentaquattro anni. Tutti e tre valenti chitarristi. Per il momento però solo Mc Cartney, fresco di esibizione al concertone per la regina Elisabetta, ha confermato la sua presenza alla cerimonia d’apertura.

Se l’indiscrezione fosse vera, i leggendari Fab Four (i favolosi quattro, com’erano chiamati negli anni Sessanta) diventerebbero Fab Five per un imperdibile, nostalgico show a vantaggio dei milioni di fan che ancora vantano nel mondo. E non è tutto: mentre il Cavern Club di Liverpool organizza il Beatles Festival 2012 per celebrare i trecento concerti che gli “scarafaggi” vi tennero, fioriscono ovunque nuove iniziative per il cinquantesimo del matrimonio della band con la Emi. Il mese scorso è uscito il film di Martin Scorsese sulla vita di Gorge Harrison, Leaving in the Material World e alla fine di maggio è stato riproposto il film a cartoni animati Yellow Submarine. Al 9 settembre 2009 risale invece la pubblicazione di tutto il catalogo rimasterizzato.

Sono passati quasi trentadue anni dalla morte di John Lennon, fulminato da un pazzo a colpi di pistola nel 1980 a New York; undici dalla scomparsa di George Harrison, morto di cancro nel 2001 e gli affari dei Beatles vanno sempre a gonfie vele. Il tempo sembra non togliere appeal al business che ruota intorno ai baronetti che la regina Elisabetta insignì della massima onorificenza britannica il 26 ottobre 1965 a Buckingham Palace (Lennon restituì l’attestato nel 1969 in segno di protesta per il sostegno della Gran Bretagna alla guerra in Vietnam). Raschiati i fondi di magazzino e pubblicate le incisioni rare, recuperati i pezzi scartati e le versioni alternative, gli ex Beatles e gli eredi dei defunti continuano a dosare, sapientemente, le riedizioni e gli incassi; alimentando il fascino evergreen di brani come Michelle, Yesterday, Hey Jude e Something che conquista anche i giovani d’oggi.

I Beatles tennero l’ultimo concerto al Candlestick Park di San Francisco il 26 agosto 1966. Poi si dedicarono soltanto ai dischi fino allo scioglimento nel 1970 dopo soli otto anni di carriera. L’esibizione in California concluse la quarta tournée negli Usa, cominciata tra le polemiche per la famosa dichiarazione di Lennon “in questo momento i Beatles sono più popolari di Gesù Cristo”. Lo scandalo fu enorme. I loro dischi furono dati alle fiamme in un pubblico falò a Nashville, in Alabama, Georgia e nel Texas, organizzati da emittenti radiofoniche e incoraggiati dal Ku Klux Klan. Erano i primi segni d’intolleranza verso la band che aveva determinato una rivoluzione nel costume giovanile dall’aspetto esteriore (capelli a caschetto, abiti attillati, stivaletti) agli atteggiamenti sociali (idealismo, libertà, uguaglianza) alla discutibile, colpevole apertura alle droghe.

A minare i loro rapporti contribuì anche la morte del manager Brian Epstein che li aveva scoperti e valorizzati, il fallimento dell’etichetta Apple e la comparsa nella vita di John Lennon di Yoko Ono, un’artista dell’avanguardia newyorchese. La fine arrivò nel 1970 dopo l’album Let It Be immortalato in un film girato sul tetto del palazzo della loro casa discografica. Un solo anno era passato dalla pubblicazione di un altro ellepi simbolo, Abbey Road, dedicato alla strada dei loro esordi con il passaggio del quartetto sulle strisce pedonali, in fila indiana, Lennon vestito di bianco e Mc Cartney a piedi nudi. John e Paul, purtroppo, si erano già tolti il saluto da un pezzo.

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