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L'antennato

TV CHE STIMOLA

STER - 01/02/2024

bonolis-amadeus“Ho bisogno di nuovi stimoli, ma mi mancano lo spazio e le energie per immaginare nuovi progetti. Sento la necessità di una pausa per rielaborare il mio pensiero e la mia natura. Fare tv vuol dire sapere cogliere lo spirito del tempo e io devo trovare me nello spirito di quest’epoca: devo capire cosa sono diventato e se ho qualcosa da dire a questa generazione”.

Così parlò Zarathustra. Ah, no scusate: è Paolo Bonolis, in un’intensa intervista concessa a La Stampa, con la quale ha messo a soqquadro settimana scorsa l’asfittico panorama televisivo italiano. Rompe con Mediaset? Va alla Rai? Il prossimo Sanremo sarà suo?

Proprio sul Festival di Sanremo, portato ai massimi splendori dai mitici anni ’80 da Amadeus, il buon Bonolis ha sentenziato: “Se dovessi prendere in considerazione l’idea (di fare il Festival l’anno prossimo), servirebbe un investimento importante e un’idea che ‘eventizzi’ la kermesse, che porti qualcosa all’Ariston che non siamo usi vedere nel corso dell’anno in tv”.

Più che il Festival della Canzone, il festival della modestia, insomma…

La realtà – che piaccia o spiaccia al forbito conduttore romano, che dopo decenni si scopre stufo della televisione che lui stesso si scrive, si conduce e si produce – è che il Festival di Sanremo, in partenza martedì prossimo in prima serata (ma già travolgente quanto a riscontro social, visibilità sulla stampa e radio, nonché da settimane trascinante nelle varie trasmissioni satellite che lo seguono) si annuncia davvero un evento, ormai ben più che televisivo. Se pensiamo che ci sono trenta cantanti in gara, che nella sera dei duetti ciascuno di loro duetterà con altrettanti ospiti, se consideriamo i superospiti annunciati o solo adombrati (da Ramazzotti a Celentano, persino un inopinato Leo Gassman che proporrà la sua rilettura del mito Califano), considerando la presenza di Fiorello… le cinque serate saranno ben più che uno show di prima serata, saranno una sorta di supermarket televisivo in cui si troverà tutto e il contrario di tutto per svariate ore quotidiane di diretta. In pochi lo seguiranno integrale alla sera, quasi tutti se lo sorbiranno sbocconcellato in filmatini social, servizi tv, spezzoni e – anche, perché no? – in stralci di diretta serale dal teatro Ariston.

Diamo un occhio a quanto frutterà quest’evento alle casse di mamma Rai, il criterio di valutazione più adamantino per valutare il successo di qualsivoglia prodotto tv.

Un passaggio pubblicitario ripetuto subito dopo il Tg1 delle 20 (insomma nell’anteprima del Festival), dovrà sborsare 582mila euro per 26 spot da 4 secondi, mentre per 20 passaggi analoghi nel corso della serata ne spenderà 307mila. Capitolo tele-promozioni: quella nel picco della serata, intorno alle 23.30, con 5 passaggi costerà 2,38 milioni di euro. Un milione e 370mila euro costa invece lo spazio di 15 secondi per il primo break di tutte le cinque serate. Più economica (meno di un milione di euro), la tariffa slot Sanremo 5 (cioè nel quinto stacco pubblicitario), che vale 748.930 euro essendo collocato in ora più tarda. Il pacchetto più costoso è quello centrale, che prevede due passaggi (nel quarto e nel settimo break) offerto a 1,9 milioni di euro.

Insomma, intorno al Festival gireranno – oltre a una montagna di cantanti – anche una montagna di soldi. Con buona pace di Bonolis, che intanto sarà a casa sua a pensare a qualcosa che “eventizzi la kermesse”. Qualunque cosa significhi…

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