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Editoriale

OPERE

MASSIMO LODI - 16/02/2024

lavoriDunque largo Flaiano è stato riaperto in toto al traffico. Semafori no, rotonde sì. Rodaggio in itinere. Ci vorrà tempo per il giudizio finale, pazienza nell’abituarsi all’inedito scorrimento, attenzione a girare attorno a una sconosciuta ellisse. Però l’opera, tra discussioni e scetticismi, è arrivata all’epilogo. Un fatto, che prende il posto delle parole. Oggettivamente: mentre altri Comuni non lo san fare, Varese è capace di spendere i finanziamenti ricevuti, oltre che abile nell’avocarli a sé.

Vale l’idem-chiacchiera circa la caserma Garibaldi, in fase ormai d’avanzato restauro. Intralci assortiti nel processo realizzativo -né poteva andare altrimenti, essendo obsoleto il manufatto e insidioso il terreno su cui poggia- ma s’intravede la conclusione. Importanti due obiettivi: ottimizzare l’uso dell’edificio, così da renderlo funzionale a esigenze culturali/sociali (inoltre: economico-popolari) come da promessa fatta; e ottimizzare la viabilità circostante. Il team assessorile e lo staff tecnico non hanno ancora risposto alla domanda cruciale: in che modo regoleranno il traffico, chiudendo via Spinelli (sul fianco di piazza Repubblica, accanto alla caserma) e raddoppiando via Pavesi (bretella fra via Magenta e via San Michele). Lo facciano sapere al più presto a varesini e non varesini, che pur scervellandosi non riescono -non riusciamo- a immaginare la soluzione.

Ancora sugl’interventi in corso. Si è quasi alla fine dei lavori nella zona stazioni. Saranno importanti i dettagli, che poi dettagli non sono. 1) evitare l’isolamento dell’area di sosta dei bus (piazzale Kennedy). Vero che vi troverà posto il centro diurno, a pro d’anziani e bisognosi, ma sembra necessario vivificare l’intorno. Antropizzarlo, chiosano gli specialisti. Il rischio è di non disincentivare la microcriminalità, obiettivo invece d’importanza massima. 2) rivedere il sistema di circolazione fuori del parcheggio Fs, in piazzale Trieste. Così com’è crea difficoltà in uscita: attese troppo lunghe al semaforo su viale Milano, prossimo all’incrocio Piave-Medaglie d’oro-Orrigoni. Impensabile aver investito tanti soldi e poi farsi investire dalle proteste su un aspetto fondamentale.

A chiudere. Passiamo dalle grandi alle piccole cose. Però non meno importanti. La prima, a proposito di strade: molte, troppe, infinite strisce pedonali ormai invisibili e dunque al top della pericolosità. Riverniciarle in fretta non pare un’impresa titanica. La seconda, a proposito di strada. Molta, troppa gente vi finisce non sapendo dove ricoverarsi. Sono i poveri. Il Comune fa quanto può, pur con meno risorse regionali/statali. Il volontariato lo aiuta. I benefattori non mancano. Però, ecco, se questa benemerita schiera s’infittisse, sarebbe il momento giusto.

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