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Società

SOLDI IN MARE

SERGIO REDAELLI - 23/02/2024

migrantiSoldi gettati in mare. Non ha dubbi monsignor Gian Carlo Perego, presidente della commissione per le migrazioni della Cei, sull’inadeguatezza dell’accordo siglato da Giorgia Meloni con il premier albanese Edi Rama, già approvato dal Senato, che prevede di “trattenere” in Albania i migranti salvati in mare dalla guardia costiera italiana. “È un nuovo atto di non governo delle migrazioni, uno spreco di risorse pubbliche – tuona il rappresentante della Conferenza dei vescovi italiani e presidente della Fondazione Migrantes – 673 milioni di euro in dieci anni buttati via per l’incapacità di costruire un sistema di accoglienza diffusa in Italia, al 16° posto in Europa nell’attitudine a ricevere i richiedenti asilo”.

Per l’alto prelato “con quei soldi si poteva rigenerare la vita di migliaia di persone e delle nostre comunità, creare posti di lavoro e un indotto economico. Sono 673 milioni spesi male perché l’Italia guarda maggiormente a vendere le armi e a finanziare i conflitti piuttosto che a costruire la pace. Secondo l’Istituto di Ricerche sulla Pace di Stoccolma – aggiunge – le spese mondiali per gli armamenti nel 2022 sono aumentate del 3,7% rispetto all’anno precedente raggiungendo i 2.240 miliardi di dollari, il livello più alto mai registrato. Nel 2022 ben 56 Stati si trovavano in situazioni di conflitto armato, cinque in più dell’anno precedente”.

Per i vescovi è sbagliato affrontare il dramma dei migranti con la logica dell’emergenza come fa il governo. Lo ha detto chiaro e tondo il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei e arcivescovo di Bologna, in diverse occasioni: “Bisogna trasformare l’emergenza in un piano di azione e predisporre meccanismi strutturati a livello italiano ed europeo. Dobbiamo uscire dalla logica dell’accoglienza straordinaria e investire nell’integrazione garantendo servizi fondamentali come l’informazione legale e il sostegno psicologico. Perché altrimenti i centri di accoglimento diventano solo tremendi parcheggi. Occorre guidare i flussi e trasformare l’urgenza in opportunità favorendo l’accesso alla casa, alla scuola e al lavoro”.

Per Zuppi la strada maestra è combattere la clandestinità, snellire le pratiche dei permessi e rispondere con efficienza alla richiesta di manodopera che il mondo imprenditoriale avanza. D’accordo con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il cardinale afferma che erigere muri non serve, che è solo un modo ingannevole di nascondere i problemi. La stessa posizione ha espresso ripetutamente il papa: “Respingendo i poveri si respinge la pace. Le migrazioni sono un problema di tutto il mondo e il futuro sarà sereno solo se integrato. Dobbiamo fermare il naufragio di civiltà con azioni concertate e approcciare i cambiamenti epocali con grandezza di visione. Perché non ci sono risposte facili a problemi complessi”.

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