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Editoriale

GRIGIA

MASSIMO LODI - 08/03/2024

chiesePresenza in calo alle messe: trend destinato a proseguire. Lo spiega uno studio del sociologo Luca Diotallevi, condotto per l’Istat dal 1993 al 2019: i partecipanti all’appuntamento domenicale sono passati dal 37,3 al 23,7 per cento. Le cifre confermano l’esperienza individuale/la realtà vissuta: entrando in una chiesa, giorni festivi e anche feriali, ce ne si rende conto. Il titolo del saggio è “La messa sbiadita”. Proprio così: da marcato che era, va diluendosi il suo profilo attrattivo. Cala il numero degli uomini, cala maggiormente il numero delle donne. Resistono gli anziani, i nati prima del ’55. Finché non avranno tagliato l’ultimo traguardo. Non si affacciano alle porte sacre, o si affacciano raramente, i giovani.

È stata incolpata la pandemia. Appiglio insufficiente, e difatti questo studio la precede. Il problema sembra diverso. Rientra nella generale disaffezione verso il fenomeno partecipativo: basti pensare al distacco dalla politica. Protagoniste le nuove generazioni, certo. Ma anche tutti gli altri, in percentuali diverse e comunque significative. Si salvano i benemeriti di vita associativa e volontariato: non abbastanza per colmare il gap tra individualismo e collettivismo.

Inevitabile nella società che propone modelli di tecno-faidatè in ogni campo? Alcuni sostengono di sì, altri di no. Il Papa tra questi, e qui torniamo al problema della Chiesa. La predicazione di Bergoglio tende a chiamare, includere, abbracciare. Chiede alle sue milizie ecclesiastiche parole semplici, adesione alla realtà, empatia-empatia-empatia. Non sempre gli viene obbedito. Forse le intenzioni sono lodevoli, ma la pratica non corrisponde agli slanci. Per esempio: omelie puntuali nella spiegazione dottrinaria, non altrettanto nell’aggancio alla quotidianità. Il passaggio che consentirebbe alla seconda di comunicare meglio la prima.

Ecco, comunicare. Tanti sostengono che il difetto stia qui. Ci vogliono diversi metodi, innovative sensibilità, alta connessione col presente. Se no rischia d’avverarsi il funesto pronostico: la media nazionale di presenza alle messe destinata ad attestarsi al 10 per cento. Un disastro.

Sbagliato pensare che la questione sia colpa prevalente della modernità, che riduce gli spazi di dialogo fisico. Giusto immaginare che si fa poco, e si dovrebbe fare molto di più, per promuovere l’incontro, il dialogo, la parola scambiata tra persona e persona. Insomma: rivalutare l’uomo pur senza sottovalutare la macchina/lo strumento. Il pescatore che prevale sulla Rete: deve servirsene, non rendersi succube, prigioniero, schiavo. Semplice e complicato insieme. Provarci è dar colore alla fede, anziché accettare il grigio della disaffezione. La messa sbiadita, appunto.

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