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Fisica/Mente

TI AIUTO A NASCERE

MARIO CARLETTI - 15/03/2024

pmaOltre ai bimbi trovati sotto i cavoli e quelli portati dalle cicogne, nel periodo 2005-2022 sono stati registrati oltre 217 mila nati vivi a seguito di applicazione di tecniche di PMA.

Il doppio e più degli abitanti di Varese quindi, venuti al mondo grazie alle tecniche di procreazione medica assistita.

Dall’approvazione della legge del 2004 che regolava la PMA il numero dei trattamenti è raddoppiato ogni anno, nel 2005 sono stati registrati quasi 64 mila trattamenti, nel 2022 quasi 110 mila con una percentuale di nati sulla popolazione nazionale passata da 1,22 a 4,25%.

L’età media delle donne che si sottopongono a cicli di PMA è passata dai 34 del 2005, ai 37 del 2022 mentre le ultraquarantenni che erano circa il 21, hanno raggiunto quasi il 34% nel 2022.

Il registro nazionale della procreazione assistita è all’interno dell’ISS (Istituto superiore di sanità) ed è una parte delle attività del Centro operativo che deve adempiere alla legge del 2004. Oltre a questa attività il centro ha compiti di realizzazione e promozione di progetti di ricerca su tutte le cause di infertilità, su tecniche di conservazione di materiali biologici e sulla protezione della fertilità di donne a rischio di perdita precoce della stessa.

Forse più nota come fecondazione artificiale, la PMA è un insieme di tecniche utilizzate per aiutare il concepimento in tutte quelle coppie in cui il concepimento spontaneo sia complicato, impossibile o estremamente remoto.

Le tecniche adottate comprendono le manipolazioni degli ovociti (femminili), degli spermatozoi (maschili) o degli embrioni al fine di realizzare una gravidanza.

In generale si distinguono diverse opzioni terapeutiche divise per complessità tecniche in tre gradi: quelle di primo livello sono considerate semplici e poco invasive ed hanno la caratteristica di essere utilizzate all’interno dell’apparato genitale femminile.

Quelle invece di secondo e terzo livello prevedono che la fecondazione avvenga in vitro.

In prima istanza quindi si utilizza il primo livello e dal 2014 la Corte Costituzionale ha fatto decadere in Italia il divieto di fecondazione eterologa (cioè fecondazione che avviene con utilizzo di gamete proveniente da donatore, femmina o maschio, esterno alla coppia) e quindi le tecniche di secondo livello utilizzate possono essere oggi sia omologhe che eterologhe.

Le principali tecniche sono l’inseminazione artificiale (inserimento dello sperma nell’utero tramite una cannula), la fecondazione in vitro FIV (ovocita e sperma vengono uniti in laboratorio e poi vi è l’impianto in utero) che prevede tecniche diverse di contatto tra gameti maschili e femminili (Fivet, Icsi, etc) oppure le fecondazioni eterologhe nelle quali ovocita o sperma provengono da donatori.

Il registro nazionale della PMA aggiorna anche la mappa dei centri autorizzati in ogni regione italiana a fornire questa prestazione, oltre ad elaborare una Relazione annuale che permette al Parlamento di avere tutti i dati che diano una visione costante del fenomeno.

A parte diverse condizioni patologiche, l’età della donna è il fattore più importante nel ridurre la possibilità di avere un bambino con queste tecniche.

Evidenze scientifiche stimano un calo significativo della fertilità già attorno ai 32 anni ed uno ancora più rapido dopo i 37, pertanto le percentuali di successo, anche utilizzando queste tecniche, dopo i 40 anni sono limitate.

La PMA è entrata da quest’anno (2024) nei livelli essenziali di assistenza (LEA), non sarà quindi più offerta solo da strutture private, ma diventa una specialità a disposizione dell’utente regionale anche in strutture pubbliche con percorsi (spesa/accesso) regolamentati dalle singole Regioni.

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