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Cultura

COMUNITÀ DEL TEMPIO

LIVIO GHIRINGHELLI - 15/03/2024

giudaismoNella diffusione storica del giudaismo a partire dal 332 a.C. i Samaritani, popolazione nata a partire dal 722 a.c. grazie alla fusione tra gli israeliti rimasti nel regno del Nord all’epoca della deportazione e i coloni assiri, costretti a separarsi dalla comunità del Tempio di Gerusalemme costituitasi sotto la guida di Esdra e Neemia in rifiuto di qualsiasi contatto con popolazione mista, hanno dato vita a una corrente autonoma minoritaria conservatasi fino ad oggi con scarsa affluenza.

I Sadducei, gruppo sorto all’epoca dei Maccabei (II sec. a.C) in opposizione ai Farisei, era costituito dai rappresentanti dell’alto clero in prevalenza aristocratici e conservatori. Fino al 70 d.C. ebbero il potere di designare i sommi sacerdoti con alta autorità all’interno del Sinedrio. Per loro era vincolante solo la legge scritta (Torah) e respingevano l’insegnamento orale (Halakah) dei Farisei. Consideravano l’uomo l’unico artefice del proprio destino, rifiutando tutti gli sviluppi escatologici della religione giudaica. Gli Esseni (in aramaico i puri) rappresentavano una comunità ascetica strutturata come un ordine monastico in polemica con la tendenza ellenizzante del giudaismo, con un’area di maggiore espansione in Palestina. Rivendicavano la pretesa di essere l’unico vero popolo di Dio.

A Kirbet Quumran in riva al Mar Morto perirono in seguito alla guerra con i Romani nel 70 d.C. La vita quotidiana ruotava attorno ai riti centrali delle abluzioni con remissione dei peccati e banchetti dopo la purificazione. La Comunità di Damasco risale all’epoca dei Maccabei ai seguaci del Maestro di Giustizia, emigrati a Damasco in seguito alle persecuzioni del re asmoneo Jannai e tornati in Palestina in epoca cristiana sul Mar Morto. Le convinzioni erano simili a quelle egli Esseni.

I Farisei rappresentavano un partito politico religioso e si definivano haberim (in ebraico compagni), ma erano intransigenti verso i peccatori; attendevano un riscatto, ma senza ricorrere alla violenza nei confronti degli occupanti romani, ma con degli scissionisti (gli Zeloti, greco fanatici) che predicavano invece la violenza. I Farisei speravano di affrettare l’avvento di Dio con la rigida e paziente osservanza della Legge. Gesù rimproverava loro la tendenza al compromesso e al formalismo. All’interno degli Zeloti il gruppo radicale dei Sicari sollecitavano la rivolta armata. Distrutti dai Romani nel 70 d.c. la città e il tempio di Gerusalemme, un loro gruppo riuscì a resistere fino al 73 d.C. nella fortezza di Masada.

Con il termine rabbinismo si indica la forma didattica tradizionale del giudaismo con origine collocata nell’epoca di Esdra. Il Cabalismo, corrente mistica, affida l’interpretazione della Bibbia ai caratteri e ai numeri. Ebbe origine in Provenza tra il 1150 e il 1250 con espansione in Spagna, divenendo un movimento popolare alla fine del XVI secolo. Gli ebrei spagnoli, i sefarditi, venivano considerati i depositari della dottrina della cabala.

Il Chassidismo, fondato in Ucraina attorno al 1750 dal rabbino Israel ben Eliezer si diffuse nell’area dell’Europa orientale. La gioia era una delle caratteristiche del chassidismo, massima espressione dell’estasi con l’esperienza della completa unione con Dio. I Falasha (in amarico emigranti, profughi) vivono in Etiopia, dove emigrarono ancor prima della distruzione del secondo tempio; sono stretti osservanti delle leggi bibliche di purezza rituale e vivono nelle vicinanze dei fiumi. I Sefarditi sono gli ebrei di tradizione e cultura proprie dell’Europa meridionale e occidentale. Prima del 1992 costituivano quasi la metà di tutti gli ebrei.

Gli Ashkenaziti, di tradizione e cultura mitteleuropea, hanno una lingua, l’Jddisch, che si riconduce a elementi germanici, slavi, ebraici e aramaici. Adottano una liturgia particolare nelle questioni religiose e si attengono alle glosse del rabbino Mosè Isserle. Contano attualmente 15 milioni di fedeli. Il nome deriva dal termine loro attribuito in epoca posttalmudica dagli scrittori ebraici Ashkenazim, mantenuto durante l’emigrazione in Europa meridionale e in oriente a partire dal XII secolo; nel XV e XVI secolo l’emigrazione verso i paesi slavi e baltici e nel XIX secolo verso gli Stati Uniti.

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