Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Editoriale

ISOLATO

MASSIMO LODI - 22/03/2024

Salvini e Giorgetti

Salvini e Giorgetti

Ormai Salvini non lo capiscono né gli alleati né i leghisti. Malumore forte dopo l’ultima esternazione post-voto russo. Dichiara lui: il popolo ha sempre ragione, quand’esprime un giudizio. Come se quella fosse stata una libera consultazione. Cerca di rimediare il partito, ma la correzione fa più danno che beneficio: non si valuta né bene né male, comunica la nota ufficiale. Si lavora per la pace. Ah, ecco.

Usato l’ammorbidente, resta il bucato fatto. Nel senso che il segretario ha proprio bucato, a dir quella roba lì. Risultato: Lega isolata, ambasce tra gl’iscritti, disagio nelle rappresentanze istituzionali. Segue la fuga dal raduno di sabato, quando a Roma il Capitano accoglierà i sovranisti d’Europa. Esiste il pericolo della photo-inopportunity (maccheronismo) d’una minoranza da cui prende le distanze la destra non estrema. Moderati, conservatori, liberali. Dove conduce il ripetuto, vano, sterile tentativo di sorpasso di Salvini sulla Meloni? A sbattere, è il timore dei suoi. Lo dicono chiaro quelli della vecchia guardia, a cominciare da Bossi e Leoni. Lo lasciano intendere quelli della successiva generazione. Per esempio i governatori Zaia, Fedriga, Fontana che se ne stanno schisci: vorrebbero condannare, ma evitano. Possono stare alla larga, ecco. Infatti diserteranno il sit-in oltranzista. Figuratevi il tormento d’uno come Giorgetti. È il Draghi della Meloni, gli tocca mediare mediare mediare, ha nel Dna una cultura di governo e si ritrova ogni giorno a dover rispondere d’un opposto “sentire” di cui non avverte alcuna responsabilità.

Si può andare avanti così? Si deve. Ma solo fino alle europee. Poi basta, se il risultato -come teme gran parte dei leghisti- sarà disastroso. Con la beffa, oltre che del dilagare di Giorgia, della retrocessione a terza gamba del centrodestra, vista la rimonta insospettabile di Forza Italia. Insospettabile? Prevedibile, con un tale andazzo. A Tajani, Salvini sta regalando voti annunciati. L’altro non deve muover foglia per ottenerli, sta fermo e raccoglie. Fa tutto l’alleato vicepremier, in un processo d’autodistruzione stupefacente, se si pensa che cinque anni fa portò la Lega al 34 per cento (giusto nelle elezioni europee). Oggi la doppia cifra sembra un miraggio, e non a caso attorno al leader si vede solo il deserto. Tanto che è ancora da organizzare un cenno -almeno un cenno- di festeggiamento per i quarant’anni della fondazione del partito, 12 aprile ’84 nello studio varesino del notaio Franca Bellorini. Che cosa si aspetta?

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login