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Attualità

LE ALI DELLA FARFALLA

SANDRO FRIGERIO - 29/03/2024

interreg-transinsubria-1“Il mercato del lavoro”? In nessun posto in Italia come a Varese è un sistema di vasi comunicanti e così si avvera il paradosso della farfalla”, quella il cui battito d’ali in Brasile genera un uragano in Texas. Nei giorni scorsi, una serie di incontri in città tutti aventi l’obiettivo di far incontrare domanda e offerta di lavoro, soprattutto tra le giovani leve, manifesta un problema sempre più serio per le aziende. Quello che fino a qualche anno fa era prevalentemente un problema di corrispondenza “qualitativa”, oggi è anche di natura quantitativa, perché il numero di quanti entrano nel mercato del lavoro diminuisce velocemente.

La concorrenza milanese e, soprattutto, ticinese fa il resto. Nell’aprile 2023 Confindustria Varese lanciava il grido d’allarme: se già gli stipendi sono sensibilmente più alti in svizzera, il differenziale fiscale e contributivo dà la mazzata alle aziende locali, varesine e comasche. “Fatto 100 euro un netto in busta paga, un lavoratore a un’impresa svizzera ne costa intorno ai 129,4 mentre a una italiana 187”, avvertiva l’Associazione di Piazza Monte Grappa che auspicava un cambiamento delle regole del gioco. In quadro cambia in effetti quest’anno – ma non abbastanza – con l’entrata in vigore dal 1° gennaio dei nuovi accordi Italia Svizzera. Accordi che tolgono, ma solo agli assunti dopo il 17 luglio 2023, i vantaggi fiscali dei frontalieri, cioè dei residenti entro 20 km dal confine. Se i “vecchi” frontalieri mantengono la più leggera tassazione svizzera, per i “nuovi”, le tasse pagate in Svizzera sono solo un acconto su quelle che, in via definitiva, saranno pagate totalmente secondo la normativa italiana. Il tutto, salvo una franchigia di 10 mila euro sul reddito oltre al beneficio di deduzioni e detrazioni fiscali che i frontalieri con tassazione svizzera non hanno. Del tema si è parlato in un “webinar” organizzato in settimana dalla Camera di Commercio, con la partecipazione dei rappresentanti sindacali Cgil (Roberta Tolomeo) Cisl (Matteo Pozzoni) Uil (Debora Pesce) in cui non sono mancate le proteste verso altre misure introdotte dal governo, “senza consultazione né con i sindacati né con le controparti elvetiche”.

Una è la misura, introdotta con Legge di Bilancio, ma non ancora completamente a punto, che con intento “perequativo” sottopone i “vecchi frontalieri” e famigliari a carico a una imposta “tra il 3 e il 6%”, mediamente 250 euro al mese per contribuire al le spese sanitarie e con l’intento di creare risorse aggiuntive il personale ospedaliero. L’altra è il calcolo “orario” della “prevalente presenza” in Italia o Svizzera ai fini della tassazione con lo smart working limitato al 25% del tempo, in luogo del 40% altrove ammesso. In pratica, solo un giorno la settimana. Una forte contestazione da parte di amministratori locali ed esponenti sindacali è venuta anche nel corso dell’incontro a Palazzo Estense a Varese dedicato agli sviluppi del programma “Interreg Transinsubria” volto alla collaborazione su più livelli – turismo, innovazione e cultura compresi tra Ticino e le province italiane di Confine, un’area strategicamente posta sulla direttrice Milano – Zurigo, zona montana e pedemontana tra importanti poli metropolitani e a forte sviluppo. Un’area – ha ricordato il sindaco di Bellinzona Mario Branda – con elementi storici, culturali, paesaggistici ed economici comuni. Purtroppo, forse anche per l’imminenza delle elezioni comunali in Ticino, l’incontro ha segnato la quasi totale assenza di amministratori d’oltreconfine.

C’è poi da fare i conti con il basso tasso di occupazione nel Varesotto, al 4,6%, accanto a quello quasi azzerato in Ticino, all’1,9%. In queste ore sono stati pubblicati i dati (del 2022) sugli stipendi mediani Svizzeri. Se per la Confederazione sono 6.788 franchi mesi, Zurigo capeggia con 7100 e il Ticino chiude con “soli” 5.590 franchi. Son valori lordi su 12 mesi e a monte della costosa “Cassa salute”. Tra le cause della posizione ticinese, prezzi più bassi, meno posizioni qualificate e la “concorrenza al ribasso” italiana.,. Morale: soprattutto per le posizioni più elevate molti ticinesi sono attratti verso la Svizzera Interna, trovare personale in Ticino è difficile e aumenterà la domanda di personale dall’Italia, E poiché in Svizzera la contrattazione collettiva è bassa e quella individuale è alta, si prevede che per i “nuovi” aumenteranno ancora i livelli salariali. I primissimi dati parlano di un lieve rallentamento dei nuovi frontalieri italiani (-1%) rispetto al trimestre precedente, ma nessuno parla di frenata. Semmai, in Confindustria Varese si invita a considerare non solo lo stipendio ma il “pacchetto complessivo”, quindi anche trattamento pensionistico, TFR, welfare e pacchetti sanitari, tempi di trasporto. Intanto emerge anche un’altra ipotesi: e se, almeno al di sopra di certi stipendi, la nuova tassazione rendesse vantaggioso, soprattutto per i giovani, il trasferimento della residenza oltre confine? Meno frontalieri e più residenti in Ticino?

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