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Storia

CATTEDRALE-SIMBOLO

PIETRO CARLETTI - 19/04/2024

coloniaColonia è una delle più antiche città della Germania, attraversata dal fiume Reno e frontiera dell’Impero romano contro i Germani: diede i natali ad Agrippina, madre dell’imperatore Nerone.

La rete stradale della fondazione romana lascia tuttora le sue tracce nella Hohe Straße, centro d’acquisti e luogo di passeggio dove formicolano centinaia di persone, come si può osservare dall’alto delle torri del duomo, punto di riferimento imprescindibile per turisti e pellegrini.

Colonia, infatti, senza l’imponente casa di Dio che svetta nel cielo della città sarebbe impensabile. Le origini della cattedrale gotica affondano le radici in un passato lontano (1248), quando l’arcivescovo Konrad von Hochstaden pose la prima pietra sulle vestigia della più antica cattedrale ottoniana del IX secolo.

La nuova chiesa avrebbe ospitato le reliquie dei tre Magi, portate a Colonia nel 1164 dall’arcivescovo Reinald von Dassel e ora conservate in uno sfarzoso reliquiario scintillante di oro e gemme, bottino della Crociata del 1204, procurato da Ottone IV di Brunswick. Con un simile tesoro la città sul Reno si preparava ad accogliere un gran flusso di pellegrini, che giungevano oranti e con ricchi doni.

Il modello architettonico di riferimento per la realizzazione era rappresentato dalle cattedrali gotiche di Notre Dame di Amiens o della Sainte Chapelle di Parigi; tuttavia, il duomo in costruzione doveva superare i suoi paradigmi, per avvicinarsi il più possibile ai limiti raggiungibili dalle tecniche dell’epoca.

La costruzione cominciò dal coro e continuò a ritmo sostenuto: nel 1265 il deambulatorio con le sette cappelle era completato e poteva essere adoperato come luogo di sepoltura. Dal 1304 furono inaugurati i lavori per la realizzazione delle sgargianti vetrate: quarantotto scene tratte dall’Antico Testamento venivano raccolte intorno alla rappresentazione dell’adorazione dei Magi.

Tra coloro che all’epoca si stupirono per l’opera in fieri ci fu Francesco Petrarca, che in una delle epistole (I 5) inclusa nella raccolta delle Familiares, racconta di aver visitato e pregato in un «tempio veramente bello, anche se incompiuto». Effettivamente i lavori non continuarono rapidi come erano iniziati.

Dopo la consacrazione del coro e la celebrazione della messa (1388) in occasione della fondazione dell’Università di Colonia, voluta da Urbano VI, la cattedrale fu il luogo scelto per l’incoronazione di Roberto del Palatinato (1401), re dei Romani. A metà del XV secolo vennero aggiunte le mastodontiche campane: la Speciosa e la Pretiosa, quest’ultima con le sue 11, 5 tonnellate di peso era la più grande dell’epoca. I lavori subirono vere e proprie interruzioni dal 1520, quando la crisi protestante portò maggiori offerte economiche a Roma, facendo diminuire le risorse utili per proseguire i lavori.

Nel 1560 il cantiere fu chiuso, tuttavia vennero apportate modifiche alle decorazioni: questo portò ad una perdita grave dell’arte medievale, a favore di quella barocca, talora con inserzioni di gran pregio, come è il caso degli arazzi realizzati sui disegni di Rubens.

Il peggio doveva ancora venire: nel secolo XVIII, a causa delle conseguenze della Rivoluzione francese, il principato ecclesiastico di Colonia fu soppresso, i suoi territori vennero annessi alla Francia, e l’arcivescovo fuggì a Vienna, lasciando la sede vacante fino al 1801. La cattedrale subì gravi mutilazioni: si pensi soltanto che gli arredi della navata furono usati come legna da ardere.

Il secolo XIX, grazie alla predilezione che il Romanticismo nutrì verso l’arte medievale, segnò la ripresa: Federico Guglielmo IV di Prussia avviò i lavori (1842) per la realizzazione della navata, del transetto e delle torri, che con i loro 157 metri di altezza resero il duomo l’edificio più alto del mondo fino alla costruzione della Torre Eiffel (1889). L’inaugurazione dell’imperatore Guglielmo I (1880), non stabilì il termine dei lavori, che continuarono fra decorazioni e restauri.

La II guerra mondiale, inoltre, non portò altro se non distruzione: il 90% degli edifici di Colonia vennero rasi al suolo, e i bombardamenti provocarono danni notevoli anche al duomo. Tuttavia lo scrigno di marmo riuscì a difendersi anche dai più recenti attacchi per testimoniare storie di uomini e di bellezze artistiche di ogni epoca.

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