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Libri

GLI SCOOP DI VERBANUS

SERGIO REDAELLI - 15/06/2012

Trentadue numeri, trentadue anni di ricerche storiche locali. Li festeggia Verbanus, organo ufficiale della Società dei Verbanisti che rievoca quest’anno i fatti e i personaggi del Risorgimento sul Lago Maggiore dopo aver esplorato in lungo e in largo, per oltre tre decenni, le vicende, l’arte e la cultura del lago. È un primato che Pierangelo Frigerio rivendica con orgoglio ricordando i tanti temi esplorati, le rivelazioni e gli scoop messi a segno dai collaboratori della rivista. Frigerio – premiato con una medaglia dall’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi per l’attività storica – ideatore e cofondatore di Verbanus nel 1979 con Pier Giacomo Pisoni, Franco Vercelotti, con l’editore Carlo Alberti e don Claudio Mariani “nume” delle indagini sulle origini di Intra, ricorda gli articoli uno per uno, come figli.

Si va dalle ricerche sulla storia religiosa alla pubblicazione degli statuti municipali (Maccagno, Dumenza, quest’ultimo scritto in latino), dalla descrizione minuziosa di come funzionava la “privativa ducale” della raffinazione e del commercio del sale nel ‘700 al movimento dei preti rivoluzionari di Luino e Montegrino in contatto con il prevosto di Varese, Felice Lattuada. “Siamo soverchiati dalle indagini che riguardano la sponda piemontese che è più ricca e frequentata – ammette Frigerio – ma Verbanus ha fatto molto anche per far conoscere le vicende della riva magra e di Luino. Un fiore all’occhiello è il volume su san Carlo Borromeo che vinse il Premio Lago Maggiore nel 1984, con lo scrittore Piero Chiara presidente di giuria”.

“Di questi trentadue anni ricordo due articoli del critico Dante Isella che pubblicò una poesia inedita di Eugenio Montale. Tra i collaboratori illustri, abbiamo avuto Piero Chiara, l’intellettuale torinese Marziano Guglielminetti, il latinista Carlo Carena, il docente d’economia alla Cattolica di Milano Pietro Cafaro e padre Umberto Muratore con un intervento sul monumento a Rosmini dello scultore ticinese Vincenzo Vela. Fra i tanti inediti, abbiamo pubblicato la variante di una lirica di Vittorio Sereni alla sua città che ci fu donata dalla famiglia: “Quando quasi per caso passo per Luino…”. A proposito di Sereni, tanti suoi amici ci chiesero di dedicargli una propria composizione in versi, sulla rivista, quando morì. Lo fece Giorgio Orelli con estrema delicatezza.

Il 32° numero di Verbanus, presentato sabato 26 maggio a Palazzo Verbania, a Luino, è dedicato in gran parte al 150° della proclamazione del Regno d’Italia. Trecento delle 460 pagine sono dedicate all’Unità con focus su Achille Marazza (1894-1967), politico e bibliofilo di Borgomanero, studioso delle Cinque Giornate e del clero ambrosiano, avvocato, membro del CNL (trattò la resa di Mussolini in Arcivescovado a Milano, insieme ad altri, per iniziativa del cardinale Schuster), appassionato del Risorgimento e collezionista di stampe dell’800. Fabrizio Panzera dell’Archivio Storico di Bellinzona scrive dei volontari ticinesi che salirono sulle barricate nel 1848 e accorsero l’anno dopo alla difesa di Roma repubblicana (come il conte Emilio Morosini, di Vezia, che cadde sotto il fuoco francese con Luciano Manara ed Enrico Dandolo), che combatterono in Sicilia con Garibaldi nel 1860 e in Tirolo nel 1866.

Romano Broggini rievoca la storia di dieci ex voto che altrettanti patrioti antiaustriaci donarono a titolo di ringraziamento per essere tornati a casa. Altri articoli affrontano temi diversi: Stresa, Hemingway e il conte Greppi di Sergio Baroli, Anacarsi Jemoli e Leone Beltramini garibaldini di Gemonio di Gianni Pozzi, Federico Monticelli della Valle dei marchesi di Casanova di L. Parachini e G. Margarini. Ancora, un servizio sul peregrinare verbanese del senatore Giulio Carcano, amico di Alessandro Manzoni e di Ruggero Bonghi. Interessanti, infine, gli atti del XVI Convito dei Verbanisti tenutosi a Biasca il 25 settembre del 2010 sul testamento di Attone di Vercelli nel X secolo e sulle origini del Canton Ticino e delle Tre Valli. Si tratta della Val Leventina verso il San Gottardo, della Val Blenio verso il Lucomagno (da cui passò il Barbarossa diretto a Legnano) e della Val Riviera verso Bellinzona. Erano i passi per le Alpi che si arricchirono con i trasporti, una delle vie del nord con lo Spluga e il Sempione.

Negli anni scorsi i conviti hanno riguardato altri temi affascinanti, dai tour sul lago dei viaggiatori nel ‘700, ai trasporti navali, al primo battello a vapore Verbano messo in acqua nel 1826. E Frigerio ricorda i tanti articoli pubblicati su Verbanus negli anni passati che rivelarono inedite tracce di Alessandro Manzoni sul lago, i soggiorni di Toscanini a Pallanza, di Puccini, Verdi e l’articolo del belgiratese Pietro Prini, professore alla Sapienza di Roma che dimostrava, senza ombra di dubbi, che il brano del Wilhelm Meister di Wolfgang Goethe “il paese dove fiorisce il cedro….” si riferiva al lago Maggiore e non alla Sicilia.

Per iscriversi alla Società dei Verbanisti (e avere diritto al libro), basta scrivere a: giorgio.marg@libero.it.

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