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Apologie Paradossali

DOUCE FRANCE, ADIEU

COSTANTE PORTATADINO - 05/07/2024

eelzioni-francia(C) Che cosa ti sta succedendo, mia DOLCE FRANCIA? Diventi simile all’Italia, alle sue incertezze, alle sue ringhiose contrapposizioni, al mancato reciproco riconoscimento dei competitori, alla ostinata delegittimazione dell’avversario?

(O) Bada! La Douce France non c’è più. Hanno persino cambiato le parole della canzone di Trenet.

(S) Davvero? Era così:

Dolce Francia Caro paese della mia infanzia
Culla di tante spensieratezza  Ti ho tenuto nel mio cuore!

Il mio villaggio con il suo campanile e le sue case sagge
Dove i bambini della mia età condividevano la mia felicità

Sì, ti amo E ti regalo questa poesia
Sì, ti amo Nella gioia o nel dolore
.

(O) Adesso la prima risposta di internet ti propone una nuova versione, (originale e traduzione):

Sono cresciuto in un HLM                    J’ai grandi dans un HLM (quartiere di case popolari)
Ma non ho sperimentato la carestia     Mais j’n’ai pas connu la famine

Dolce Francia                                       Douce France
Caro paese dei miei vagabondaggi     Cher pays de mes errances
Anche se mi fai piangere                     Même si tu me fais pleurer
forse sono fortunato                             J ‘ai peut-être de la chance
Dolce Francia                                       Douce France
Con la tua parte di sofferenze              Avec ton lot de souffrances
Mi hai insegnato ad amare, a sognare M’as-tu appris à aimer, à rêver
a dare fiducia?                                     À faire confiance?

Ammetterete che QUESTE PAROLE rappresentano meglio l’oggi.

(C) Già, il punto di oggi è: a chi dare fiducia? Sembra venuto il momento dello scontro elettorale frontale, quello che la legge elettorale aveva finora saggiamente consentito di evitare e che la scommessa perduta di Macron ripropone.  Il ‘Presidentissimo’ ha temerariamente giocato la carta delle elezioni anticipate, probabilmente sperando nella divisione a sinistra e quindi di riproporsi come unica alternativa alla destra nazionalista e populista almeno al ballottaggio. Invece finisce terzo, abbandonato dai gollisti, a loro volta divisi.  Quindi il ballottaggio, che teoricamente consente la partecipazione anche al terzo ed eventualmente persino al quarto candidato nel collegio, purché ottenga almeno il 12,5% dei voti sul totale degli aventi diritto, gli si presenta difficile, svantaggioso nei confronti della sinistra, che ritirerà i proprio candidati, attuando la DESISTENZA, solo nel caso in cui essi siano soltanto TERZI al primo scrutinio. Altrettanto dovrebbero fare i macroniani a favore di quelli di sinistra, ma non sempre accadrà, non quando la sinistra presenta un candidato estremista. Neppure si può definire a priori il comportamento dell’elettorato, in particolare di quello gollista, nei casi difficili.

(S) Insomma, un bel rebus per commentatori e sondaggisti. Entro oggi (martedì 2) si potrebbe sapere la composizione delle sfide di ballottaggio, dopo le rinunce eventuali dei DESISTENTI, ma credo che difficilmente ci si possa avventurare in previsioni attendibili.

(O) Ammettiamo che non ci sia nessun ribaltone e che si confermi una maggioranza della destra, relativa o assoluta, che cosa succede?

(C) Partiamo dalla ipotesi più semplice e probabile: unica maggioranza possibile quella di destra.  COHABITATION. Cioè una difficile convivenza fino al termine del mandato presidenziale, tra Macron e un governo, presumibilmente presieduto da Bardella. Difficoltà inimmaginabili, benché ci siano già stati periodi simili, ma da posizioni molto meno distanti. In questo caso sono temute forti tensioni a livello dell’UE.

Se invece riesce lo sbarramento antidestra, Macron dovrebbe scegliere un capo del governo accettabile dalla coalizione risultante dai ballottaggi e tanto abile da navigare in acque burrascose almeno per un anno, quando la costituzione consentirebbe al presidente di sciogliere il parlamento indicendo nuove elezioni anticipate, oppure fino al termine del mandato di Macron stesso.

(S) Non c’è più nulla di dolce, per la povera Francia, tranne che vinca l’Europeo di calcio, da cui noi invece siamo stati malamente estromessi, dalla minuscola e cantonalizzata Svizzera. Alla faccia del pericoli dell’autonomia regionale.

(C) Come dicono le nuove parole della canzone, in Francia, in Europa, in Italia, in politica e nello sport, occorre imparare a sognare, ad amare, a dare fiducia. Domenica si vedrà se ancora una volta, in un senso o nell’altro, quale buono o cattivo esempio finiremo per cercare d’imitare.

(C)Costante    (O) Onirio Desti   (S) Sebastiano Conformi

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