L’ultima a chiudere, in ordine di tempo, è stata l’edicola all’angolo tra Via Salvo d’Acquisto e via Silvestro Sanvito. Continua così anche a Varese la lenta, ma inesorabile agonia della stampa: senza edicole, e con un servizio postale praticamente inesistente, per i giornali tradizionali è sempre più difficile sopravvivere e per i lettori è sempre più difficile continuare a mantenersi informati.
Certo, c’è il web. E i quotidiani possono essere letti su tablet e computer. Ma Internet è ormai una giungla dove l’informazione cattiva scaccia quella buona, dove i social fanno concorrenza al giornalismo tradizionale, dove non ci sono analisi e approfondimenti, ma brevi slogan, giudizi sommari, sentenze che appaiono inappellabili.
Il risultato è quello che rileva l’ultimo rapporto delle Censis, il centro studi fondato da Giuseppe De Rita che da quasi sessant’anni offre un’analisi approfondita della realtà sociale italiana. Ecco allora che emerge “il Paese degli ignoranti: la mancanza di conoscenze di base – afferma il Censis – rende i cittadini più disorientati e vulnerabili. Per quanto riguarda il sistema scolastico, non raggiungono i traguardi di apprendimento in italiano: il 24,5% degli alunni al termine delle primarie, il 39,9% al termine delle medie, il 43,5% al termine delle superiori (negli istituti professionali il dato sale vertiginosamente all’80,0%)”.
Sotto accusa è soprattutto la scuola, ma un ruolo importante nella crescita dell’ignoranza lo si può attribuire alla crisi della stampa. “Per i media a stampa afferma il rapporto Censis – si accentua ulteriormente la crisi ormai storica, a cominciare dai quotidiani cartacei venduti in edicola, che nel 2007 erano letti dal 67,0% degli italiani, ridottisi al 22,0% nel 2023 (con una differenza pari a -3,4% in un anno e a -45,0% in quindici anni). Anche gli utenti dei quotidiani online diminuiscono: sono il 30,5% degli italiani (-2,5% in un anno), mentre sono stabili quanti utilizzano i siti web d’informazione generici (il 58,1% come già nel 2022, ma cresciuti del 21,6% dal 2011)”.
Eppure l’informazione è fondamentale in ogni società che voglia definirsi democratica, una società in cui i cittadini possano consapevomente partecipare alle piccole o grandi scelte politiche e sociali. Non è così un caso che paralleamente al tramonto della stampa e all’avvento dei social network (da Facebook a Tik Tok), cresca la diffusione di fake news, di quelle notizie frutto di pura propaganda che distorcendo la realtà inducono a scelte che vanno dal populismo al sovranismo, incrementando peraltro quella disaffezione verso la politica che si traduce nella diminuzione continua della partecipazione al voto
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Il tema dell’informazione sarà al centro dell’incontro dibattito che si svolgerà il 18 gennaio dalle 10,30 presso il Convento dei padri Cappuccini di viale Borri in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono de giornalisti. Relatore sarà il prof. Silvano Petrosino, docente di Teorie della Comunicazione e Antropologia religiosa e media all’Università cattolica del Sacro Cuore, che introdurrà il tema “La notizia non esiste… tanto meno con l’intelligenza artificiale”. All’incontro, coordinato da Gianfranco Fabi, parteciperà il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, Riccardo Sorrentino.
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