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Sport

BILANCI, SPERANZE, ATTESE

ETTORE PAGANI - 07/09/2012

Sulle Olimpiadi commenti più disparati con votazioni varie e discordanti. Il che non guasta, posto che la varietà, per forza di cose, lascia posto anche all’ottimismo al contrario dell’uniformità di giudizi che può – è vero – essere benigna ma anche rigorosamente negativa.

Va bene, quindi, potersi agganciare ad una via di mezzo che – se non altro – vale a salvare la tradizionale capra e non meno i tradizionali cavoli.

Non saremmo – dunque – d’accordo con gli organi federali e con qualche autorità politica che – bontà divinissima – hanno espresso giudizi totalmente positivi ad eccezione che per il nuoto giusto perché erano sprovvisti di robusti salvagenti per tentare di salvare anche loro – i nuotatori – dal più misero degli affogamenti. Quelli causati, secondo il binomio F.F. (Filippo Federica) da errori di preparazione con necessità di una revisione generale che la totale debacle non può non imporre.

Per il resto, lasciar posto ad una piena soddisfazione sembra, senza dubbio, eccessivo. Quell’ottavo posto dietro anche a Germania e Francia non dà, certo, fremiti di entusiasmo e ancor meno ne dà lo sguardo verso chi ci siamo lasciati alle spalle. Insomma, pur senza pretese eccessive qualcosa in più si sarebbe potuto fare.

Duole soprattutto il fatto che siano mancate alcune semi certezze (quelle piene sono sempre sbagliate) come – nuoto a parte – nella scherma individuale al maschile e nel pugilato: semi certezze sulle quali, però, si faceva gran conto.

Guardiamo allora – con speranza – alle paraolimpiadi. Qui – vadano come vogliono andare i risultati – solo le partecipazioni valgono altrettante vittorie così come la defezione forzata di Fabrizio Macchi segnerà l’unica sconfitta purtroppo anche nostrana. Per tutti. Per gli Azzurri come per gli altri.

E cambiando rotta diamo un’occhiata anche al calcio. Qui – eccezion fatta – per una Juve rafforzata su una forza già esistente e cui il problema, discretamente penoso, dello spread non pare dare preoccupazione alcuna come la crisi della vendita delle automobili. Beati i ricchi perché loro potrebbe essere il regno del calcio.

Per il resto assisteremo, con curiosità, agli effetti di esiti di smobilitazioni generali.

Curiosità nel nostro mondo calcistico del tutto nuova. Ma decisamente interessante.

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