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Società

UNA VITA DALLA PARTE GIUSTA

LUISA OPRANDI - 14/09/2012

Una vita sempre dalla giusta parte: quella che guarda agli altri come fratelli cui accompagnarsi, quella che percorre le strade della solidarietà interpretando gli ostacoli come occasioni di cambiamento, quella che non smette mai di sognare una società che offra dignità ad ogni persona, nel lavoro e nel quotidiano.

Cesare Montalbetti se ne è andato in silenzio, assaporando fino all’ultimo il dono della sua bella e numerosa famiglia, regalando fin che gli è stato possibile la sua presenza garbatamente tenace accanto a chi è in difficoltà. Fino all’inizio dell’estate è stato assiduo volontario alla mensa di via Luini. Lavorava silenzioso e sorridente nel preparare i pasti serali e poi faceva una breve pausa: inforcata la sua bicicletta,  “staccava” per una mezz’oretta e rientrava a casa per cenare con la moglie, poi ritornava alla mensa a distribuire i sacchetti ai tanti bisognosi.

Sì, Cesare è stato un uomo sempre dalla parte giusta, quella che gli ha permesso per una vita intera di fare scelte grandi, determinanti, coraggiose a partire da una fede solida e un cuore immenso. I suoi occhi sono sempre stati capaci di vedere le necessità e le urgenze del proprio tempo: ancorato alla Parola di Dio, che per oltre un decennio è stata  spunto per le sue riflessioni a radio Missione Francescana, ne sapeva docilmente trasformare gli insegnamenti  in proposte concrete sia di stile di vita, sia di scelte capaci di innervare la società dei valori della giustizia, dell’equità, della dimensione solidale.

Figura preziosa all’interno delle ACLI, dove ha ricoperto anche il ruolo di presidente del Patronato,  è stato  tra i fondatori di Confcooperative e della cooperativa sociale Primavera 84, presidente di Federsolidarietà e del Sol.Co il consorzio delle cooperative sociali che si occupano dell’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate. Nella scorsa primavera è stato relatore durante una serata che Floreat ha organizzato per ricordare la figura di Toniolo: a lui il compito di raccontare, con la storia della sua vita, il valore della cooperazione sociale come occasione di cambiamento positivo delle nostre città.

Già smagrito, forse anche sofferente senza darlo a vedere, ha lasciato un segno profondo in chi era presente ad ascoltare le sue  parole, che avevano il sapore buono della tenerezza, frutto di una esperienza veritiera e appassionata. Uomo saggio, profondamente umile, limpido ha interpretato con disarmante semplicità il principio evangelico dell’amore verso il prossimo come fondamento dell’essere costruttori della storia personale e collettiva. Ha così messo a disposizione  la propria esperienza e la propria umanità nella gestione, per Varese, del Fondo famiglia-lavoro istituito dal Cardinale Tettamanzi per fare fronte alle urgenze della attuale crisi economica. Anche il suo impegno politico è stato segnato da un grande spirito di servizio alla comunità civile, caratterizzato da profonda serietà e rispetto del ruolo istituzionale di consigliere comunale del capoluogo, dal ‘92 al ’97 nelle file della Democrazia Cristiana e del Partito Popolare Italiano e dal 2001 al 2005 come esponente della Margherita. Era solito infatti, negli incontri dei cattolici impegnati nel sociale e nel politico, ricordare a se stesso e a tutti noi che la politica, come diceva Paolo VI è “la più alta forma di carità”. E con la sua storia, la sua umanità, la sua instancabile voglia di continuare a costruire una società migliore e più giusta, Cesare è stato un testimone del nostro tempo. Un dono grande per ciascuno di noi e per la nostra intera comunità civile.

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