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Attualità

DEGRADO URBANO E INUTILI “POLITICI IMBIANCHINI”

CESARE CHIERICATI - 21/09/2012

Eppur si muovono, viene da dire osservando assessori della Giunta Fontana bis e consiglieri di maggioranza e opposizione occhieggiare ai fotografi mentre impugnano decisi i rulli per preparare il muro dei sottopassaggi delle stazioni – FS e Nord – all’ intervento dei cosiddetti artisti di strada dell’associazione Wg Art. Nel 2005 fu fatta un’operazione analoga di ripulitura, peraltro senza spot dei politici dell’epoca, poi tutto è tornato come prima se non addirittura peggio di prima; vale a dire due luoghi infrequentabili perché rifugio di marginali, di clandestini senza speranza, di spacciatori a vari livelli di pericolosità sociale. Non a caso l’area delle stazioni è spesso teatro di operazioni di polizia, di interventi del 118, di volontari e quant’altro.

Ben venga dunque il “pennello risanatore” ma il problema vero è quello di un’attenzione costante ai luoghi di maggiore criticità cittadina avendo ben chiara una vecchia regola della sociologia urbana ma anche del normale buon senso, quella che recita: “bello chiama bello e degrado chiama degrado”. Regola ampiamente disattesa in molte parti della città come nella storica piazza Mercato, oggi della Repubblica, squallida come una piazza periferica di una città di un paese post comunista dell’Est europeo. Con la carcassa della vecchia caserma Garibaldi sullo sfondo. Almeno, come ha suggerito Max Lodi, potrebbe essere in qualche modo occultata in attesa che prima o poi qualcosa si muova per demolire le parti pericolanti e quindi riqualificare l’intero comparto.

E che dire poi dell’indifferenza con cui continuano a proliferare nelle immediate adiacenze del centro storico discariche di inqualificabili graffiti (Corso Aldo Moro, via Cavour, piazza Ragazzi del ’99, via Foscolo, via Como tanto per citare alcuni casi) senza che il Comune assuma una risoluta azione di contrasto e prevenzione magari promovendo accordi con i proprietari degli edifici colpiti i quali subiscono, in pratica, una sorta di “pizzo” perché se rimuovono un graffito vengono subito “puniti” con un altro ancor più brutto e invadente. Accade da anni in vicolo Canonichetta, una stradina di charme parigino, brutalizzata a più riprese dai vandali e dove non si riesce a capire se le telecamere di controllo ci sono o non ci sono e se ci sono perché non producono effetto alcuno. Interrogativi posti più volte ai signori di Palazzo Estense la cui velocità di intervento è d’abitudine prossima a quella dei bradipi.

Pur con tutte le riserve del caso è invece una buona notizia quella relativa alla possibilità di aprire al pubblico la Torre Civica di piazza Monte Grappa assecondando un’idea di Elena Brusa Pasqué, fantasiosa e competente signora dell’architettura varesina, la prima a proporla ipotizzando una sorta di Terrazza Martini della città giardino.

Insomma Varese deve al più presto recuperare immagine e appeal. Per questa ragione sposiamo in toto la proposta di Pierfausto Vedani (RMFonline della scorsa settimana) che ha proposto una nuova mappa aggiornata del degrado cittadino sul modello di quanto fecero, a metà degli anni ottanta, Luciano Gallina e Carlo Meazza.

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