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Ambiente

SEMPLIFICAZIONI DEVASTANTI

ARTURO BORTOLUZZI - 26/10/2012

Di recente ho scritto al presidente del Consiglio dei ministri Mario Monti, e per conoscenza al Presidente della Regione Lombardia e al Soprintendente ai beni architettonici culturali e paesaggistici della Lombardia, per manifestare la mia piena contrarietà al DDL “Semplificazioni”. Si vuole attraverso questo DDL introdurre il silenzio-assenso per l’autorizzazione di costruzioni in aree con beni vincoli ambientali e paesaggistici. Si cerca, insomma, di fare cassa nella maniera più controproducente, scevra di fantasia e di ardimento, distruggendo il patrimonio naturalistico, paesaggistico e culturale del territorio.

Il silenzio-assenso che si intende introdurre per le autorizzazioni a costruire anche nelle aree con vincoli ambientali e paesaggistici è, a mio giudizio, una vera e propria follia che rischia di consentire il saccheggio del patrimonio culturale italiano che dovrebbe essere per giunta difeso dalla Costituzione. Con il DDL Semplificazioni, invece, diventa più attuale il rischio che i beni sopraddetti perdano fascino e attrattività. Si metteranno a rischio inaudito e potrebbero essere sfregiati i laghi, le aree costiere e archeologiche, dove la speculazione potrà approfittare di piani regolatori vecchi e dell’assenza della pianificazione paesaggistica.

Sarebbe una semplificazione assurda e pericolosa perché è del tutto evidente, considerati i tagli fatti in questi anni e lo stato di abbandono e di disorganizzazione in cui versano tante Soprintendenze, che le amministrazioni preposte alla tutela del vincolo nella stragrande maggioranza dei casi non saranno in grado di rispondere alle richieste nei tempi previsti, facendo scattare il silenzio-assenso alla trasformazione.
Occorre ricordare che solo in Sardegna e in Puglia sono stati approvati Piani paesaggistici ai sensi del Codice dei beni culturali. Unicamente se questi vi fossero sarebbe possibile poter disporre di un quadro generale al quale fare riferimento nei diversi ambiti territoriali. Chiedo a tutti parlamentari varesini di opporsi a questa scelta che chiedo – in ogni caso – anche al Presidente Monti di rivedere dopo avere considerato l’immane devastazione che questa potrebbe comportare.

Il fatto di avere letto l’apertura da parte del Presidente del Consiglio di una porta per effettuare eventuali ritocchi alla manovra che non incidano sul saldo, mi permette di confidare in un ravvedimento dell’intero Consiglio dei Ministri che caldeggiamo con insistenza.

Disponiamo in Italia di beni, che se valorizzati e messi a rete, possono produrre ricchezze per la popolazione e il turismo. Distruggendoli (col consentire la loro edificabilità), invece, potremmo solo fare guadagni limitati e solo nel breve periodo.

Scrivo di un pericolo che potrebbe gravare anche su casa nostra. Non voglio assistere a una dissoluzione autorizzata del territorio varesino, che unico al mondo può fregiarsi di ben quattro patrimoni dell’umanità Unesco e che, al di là di questi casi più eclatanti, può disporre di migliaia di beni di diversa natura che non possiamo assolutamente vedere compromessi. Ho pregato il Ministro dei beni culturali di sollecitare le Regioni perché completino le regole di tutela con l’approvazione dei Piani paesaggistici. Poi eventualmente si potrà parlare di semplificazione.

Analoga richiesta la formuliamo al Presidente della Regione Lombardia

Nel caso in cui non fossi malauguratamente ascoltato dal Presidente del Consiglio, prego gli enti pubblici e quelli privati del territorio di segnalare a chi di competenza eventuali richieste di edificazione dei luoghi ora oggetto di tutela.

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