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Libri

LA CORSA E I BENEFICI ALLA SALUTE

ENRICO ARCELLI - 03/11/2012

Da anni è ben noto che l’attività fisica aiuta a prevenire molte patologie. Da tale punto di vista, è particolarmente efficace quella aerobica, vale a dire quella costituita da corsa, cammino, ciclismo (su strada, fuoristrada, da camera), sci di fondo, nuoto o altri tipi di locomozione, tutte condotte ogni volta come minimo per vari minuti, ma – meglio ancora – per varie decine di minuti. Si tende oggi a ritenere che, nella maggior parte dei casi, in chi è sedentario sia sufficiente inserire nella vita di tutti i giorni un minimo di attività fisica per avvertire già qualche beneficio. I vantaggi aumentano con l’accrescersi della quantità dell’esercizio e arrivano poi ad un valore massimo oltre al quale non c’è più giovamento.

Secondo vecchie ricerche, per esempio, esprimendo il lavoro compiuto in chilometri di corsa:

  • già sopra i 6 chilometri settimanali iniziano i benefici per le malattie cardiocircolatorie;
  • con 15 chilometri settimanali il rischio si riduce del 20%;
  • con 30 chilometri settimanali si riduce del 40%;
  • con circa 75 chilometri settimanali il beneficio raggiunge il massimo valore possibile (riduzione del rischio di patologie cardiache del 50%, una percentuale che, si badi, nessun farmaco può garantire!).

In linea di massima, comunque, già con tre sedute settimanali di alcune decine di minuti i benefici raggiunti sono consistenti.

Ecco, in sintesi, in che cosa soprattutto la pratica costante della corsa aiuta, oltre che a ridurre il rischio di malattie del cuore e dei vasi:

  • AD ABBASSARE LA PRESSIONE DEL SANGUE IN CHI L’HA ALTA: può esserci una riduzione fino a 10 mm di mercurio sia della pressione massima che di quella minima; un ulteriore calo si può ottenere se si dimagrisce, se si aumenta il consumo di alimenti di origine vegetale (specie di spinaci, barbabietole, coste, lattuga, rucola e degli altri tipi delle verdure a foglia), se si riduce l’assunzione di sodio (ossia se si salano meno le pietanze e si diminuisce il consumo di cibi salati) e si limitano le bevande alcoliche.
  • A RIPORTARE VERSO LA NORMA I VALORI DEL COLETEROLO E DI ALTRI GRASSI DEL SANGUE: soprattutto si ottiene abbastanza rapidamente un abbassamento dei trigliceridi, specie se contemporaneamente si assume olio di pesce e si riducono i carboidrati ad alto indice glicemico, come pane, patate, riso, grissini e cracker; dopo pochi mesi di pratica della corsa si registra un innalzamento del colesterolo “buono” (HDL); l’abbassamento del colesterolo totale e del colesterolo “cattivo” (LDL), infine, richiede tempi più lunghi ed è comunque abbastanza limitata.
  • A PREVENIRE IL DIABETE E LE SUE COMPLICANZE: il diabete di tipo 2, quello che un tempo si manifestava soltanto dopo una certa età, oggi colpisce un numero sempre più rilevante di individui di tutte le età, persino i bambini (specie se obesi e assolutamente sedentari) e sta diventando un enorme problema sociale; le complicanze del diabete sono terribili, a partire dall’infarto cardiaco, dalla cecità, e dalle amputazioni. L’attività fisica, abbinata all’assunzione di una ridotta quantità di carboidrati ad alto indice glicemico (o, ancor meglio, abbinata alla zona), è la maniera migliore per prevenirlo o per cercare di evitare le sue complicanze se si è già stati colpiti da tale malattia.
  • A DIMAGRIRE: soltanto se praticata in dosaggi consistenti (almeno 40 chilometri per settimana) la corsa può già da sola aiutare ad ottenere consistenti riduzioni del grasso corporeo; se non si arriva a questi chilometraggi, essa va abbinata ad una dieta.
  • A PREVENIRE L’OSTEOPOROSI: nei paesi industrializzati, una percentuale molto elevata di persone (specie di sesso femminile) ne è colpita; le ossa (soprattutto il femore e le vertebre) si impoveriscono dei minerali e diventano tanto fragili da fratturarsi anche per sollecitazioni ridotte. L’attività fisica praticata con regolarità a partire dalla giovinezza fa sì che si arrivi a tarda età con un buon contenuto in minerali nelle ossa; quella compiuta successivamente a impedirne l’impoverimento. Lo stimolo più importante per rafforzare lo scheletro è il dover vincere la gravità, come succede se si cammina o si corre, ma non se si pedala o si nuota.
  • A PREVENIRE ALCUNI TUMORI: secondo Clementino Stefanetti, medico e corridore di Casorezzo, esiste una forte evidenza che l’attività fisica aiuti a prevenire i carcinomi del colon, della mammella e dell’endometrio, mentre l’evidenza é di media evidenza per quelli della prostata e del polmone. Forse questa protezione è la conseguenza dell’aumento nel corpo, a seguito della pratica dello sport, di antiossidanti prodotti dall’organismo (“endogeni”), ma anche delle cellule NK, capaci di uccidere le cellule tumorali.

 

 

 

Il brano è tratto, per gentile concessione dell’editore, dal libro “Voglio correre” di Enrico Arcelli (Sperling&Kupfer)

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