Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Politica

PROPOSTE PER UNA SMART CITY

ARTURO BORTOLUZZI - 08/11/2012

Ho proposto all’assessore all’urbanistica del comune di Varese di tenere in debito conto, per la redazione del PGT – oltre al terzo settore di cui ho trattato in una precedente lettera rimasta senza risposta – quanto a livello europeo si sta attuando nella creazione delle smart city.

Questa – la smart city – è una comunità intelligente e ben governata, che usa le tecnologie innovative (di ultima generazione) per risolvere i problemi sociali legati allo sviluppo, all’inclusione e alla qualità della vita attraverso l’ascolto e il coinvolgimento dei cittadini, delle imprese e delle associazioni.

Sensori e dispositivi collegati in rete raccolgono dati sulla città, ossia informazioni che diventano disponibili al computer in tempo reale: dal traffico al consumo di energia, dalla telemedicina ai servizi on-line al cittadino, dal telelavoro alle soluzioni eco-friendly, giusto per fare qualche esempio. A questo punto l’elaborazione on line dei dati permette di prendere decisioni per razionalizzare la gestione pubblica e privata. Con un risultato di indubbio rilievo: il risparmio di risorse il miglioramento della vita degli abitanti.

La smart city attraverso l’uso diffuso, integrato e intelligente delle tecnologie dell’informatica e delle telecomunicazioni è in grado di pianificare e incrementare uno sviluppo sostenibile, promuovere e incrementare la qualità della vita, utilizzare in modo ottimale le risorse naturali, offrire opportunità per i cittadini e imprese, sostenere lo sviluppo sociale e culturale del territorio.

Non sto scrivendo di iniziative avveniristiche. Traggo spunto nel fare questa proposta dal Corriere Economia. Molte città italiane ed europee hanno trovato motivo di innovazione e di miglioramento della qualità di vita dei propri cittadini affidandosi e traendo ispirazione proprio alle novità informatiche. Varese non può essere da meno e i suoi amministratori non possono estraniarsi dal dibattito internazionale su queste tematiche.

Per affrontare in modo convincente il tema delle smart city, è necessario analizzare e affrontare in modo coerente e armonico cinque livelli di intervento. Il territorio dove abbia a trovarsi la candidata smart city deve poter disporre della banda larga. Ci dev’essere: integrazione tra le diverse tipologie di informazione; la disponibilità di servizi e applicazioni a disposizione di una pluralità di utenti; la presenza, appunto, di utenti; la presenza di forme di governance efficaci.

Il fatto che la Regione Lombardia abbia proprio scelto la città di Varese quale sede di un progetto pilota per la diffusione della banda larga, lascia credere che il primo aspetto possa considerarsi soddisfatto. Riguardo l’integrazione, l’intelligenza di una smart city, si realizza nel momento in cui sia possibile produrre, scambiare, integrare ed elaborare in modo diffuso tutte le diverse tipologie di informazioni che caratterizzano il funzionamento degli attori presenti sul territorio (ad esempio i diversi sistemi di trasporto o di produzione e consumo dell’energia). Ma perché lo scambio di informazioni tra i vari attori possa avvenire, è vitale definire architetture di riferimento, standard di cooperazione e interoperatività unitamente a infrastrutture minime per il riconoscimento mutuo e la trasmissione sicura delle informazioni. In questo ambito due sono i ruoli essenziali per il pubblico: definizione concordata con il mercato dell’architettura di riferimento e degli standard per l’integrazione di dispositivi di elaborazione convenzionali (computer) di dispositivi mobili e di sensori e l’intelligenza di ambiente; promozione e accelerazione della diffusione di open data e, molto più importante, di open service che garantiscano vera interoperabilità e cooperazione applicativa tra soggetti pubblici e privati.

Riguardo l’intelligenza di una città, questa si manifesta nella disponibilità di servizi e applicazioni che però dovranno essere sviluppati da una molteplicità di attori pubblici e privati secondo un modello di collaborazione pubblico privato e di competition tra i soggetti privati (questo è il punto successivo). In generale, la logica più moderna è quella di liberare le risorse per favorire un’innovazione diffusa e libera: è la domanda poi che in una logica darwiniana seleziona, fa crescere e qualifica le soluzioni più utili ed economicamente efficienti. Dal punto di vista delle politiche di intervento, l’innovazione si sviluppa quindi valorizzando in modo diffuso, decentralizzato e aperto la disponibilità di piattaforme standard ad alto valore aggiunto.

Se ci fossero splendide applicazioni e servizi ma non fossero utilizzate dagli utenti, servirebbero a ben poco. È quindi essenziale che lo sviluppo infrastrutturale e applicativo sia accompagnato da processi di promozione e diffusione della cultura digitale.

Infine, le trasformazioni indotte da progetti di sviluppo di smart city, possono realizzarsi e dare dei benefici solo se esiste una governance efficace. È, quindi, vitale identificare modalità di gestione e governo dei programmi di sviluppo delle smart city a livello locale e centrale che valorizzino le competenze tecnologiche e manageriali, il collegamento con i bisogni del territorio, la sinergia e la coerenza delle scelte di investimento, il coordinamento con i diversi livelli della pubblica amministrazione e della società.

Il fatto che Varese abbia iniziato da tempo un percorso di pianificazione strategica agevola fortemente le scelte della città. Certo le smart city italiane non reggono il paragone con alcune realtà europee. Amsterdam è tra le più intelligenti del vecchio continente. Già nel 2009 ha dotato le case e le industrie di rilevatori di consumi per gas e luce in modo da controllare in tempo reale le quantità di risorse usate, con l’obiettivo di ridurle. Conclusione: un calo del 14% nei consumi.

Varese, abbiamo la speranza, possa divenire, attraverso proprio il PGT, a tutto tondo, una smart city, seguendo l’esempio dato dalle ciudades intelligenti di Spagna, quello delle maggiori città europee già intelligenti quali Malmö, Ghent, Amsterdam, Manchester, Helsinki, Lisbona, Palermo, Genova, Barcellona, Firenze, Bologna, Fundao.

Bisogna copiare, però con intelligenza e sempre contestualizzando. Si deve perciò stare al passo con i tempi, ma non scimmiottare le soluzioni degli altri. C’è, infatti, il rischio di snaturare le nostre peculiarità. Abbiamo un patrimonio artistico da valorizzare (a Varese quattro patrimoni dell’umanità Unesco a pochi chilometri l’uno dall’altro). Prima, è importante rendere smart i settori in cui siamo forti: verde, paesaggio, turismo, cultura per poi fare leva sul resto.

Alla Fiera di Bologna si è appena tenuto il 29, il 30 e il 31 dello scorso ottobre lo Smart City Exhibition 2012. Confidiamo che qualche tecnico in nome e per conto della Comune di Varese abbia potuto parteciparvi. Se così non fosse stato invitiamo a farvi mandare e a trasmettere a tutti i membri della commissione competente, gli atti dei convegni tenutisi.

Segnaliamo come il sito Internet dedicato sia www.smartcityexhibition.it.

Uno dei convegni svoltisi a Bologna è stato proprio quello delle smart city fatte da città con piano strategico.

L’assessore all’urbanistica del comune di Varese, vorrà tenere in debita considerazione quanto avanzato.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login