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Ambiente

IL DEGRADO DEGLI EDIFICI PUBBLICI

ARTURO BORTOLUZZI - 16/11/2012

Villa Ottolini-Tosi a Busto Arsizio

Avendo letto di un recente incidente (senza conseguenze) capitato a Villa Tovaglieri di Busto Arsizio, tra i gioielli liberty cittadini e immobile dedicato alla pubblica istruzione, ho scritto al sindaco per manifestargli la mia forte preoccupazione.

Questo accadimento segue quanto ho lamentato avvenga negli edifici storici privati di Busto Arsizio a partire dal 7 luglio 2011, con lettere senza risposte comunali, eccetto una assolutamente inadeguata in data 18 settembre ultimo scorso. Ho fatto un elenco sommario dei problemi negli edifici pubblici, ad esempio in biblioteca o ai servizi sociali, in cui è indispensabile fare qualcosa di più presto proprio per non lasciare spazio al degrado. Parlo poi delle numerose testimonianze liberty, tutte di grande e particolare fascino (dagli eleganti ferri battuti, alle movimentate architetture degli edifici sia residenziali che industriali). Condivido la raccomandazione al sindaco fatta dal Fondo ambiente italiano: “Sono gioielli da salvare”.

Gli studenti di Busto Arsizio – e ne appoggio la richiesta – hanno domandato all’amministrazione comunale di salvaguardare per esempio l’ex Borri e la villa padronale della Manifattura Tosi della quale si parla di abbattimento.

Non voglio essere pedante ma instaurare un dialogo costruttivo perché Busto Arsizio possa attraverso la cultura accendere una luce. Quale? La cultura deve essere un volano economico. Con la cultura si vive, ci si sviluppa. La cultura è economia e allo stesso tempo strumento identitario e civile degli abitanti della città e in generale di tutto il popolo. Da troppo tempo questa è dimenticata e trascurata e si rischia adesso il punto di non ritorno.

Ci sarebbe da lavorare molto. Bisogna uscire dai confini comunali cercando di valorizzare a sistema le proprie ricchezze. Vanno valorizzati i beni storici centrali e soprattutto coordinati il patrimonio liberty a livello territoriale anche usando la tecnologia digitale per trasformare in ricchezza economica questi tesori eccezionali. Ho sollecitato al sindaco di utilizzare il Piano di governo del territorio non solo per tutelare l’esistente, ma soprattutto per stabilire relazioni con altri comuni la cui salvezza passa come per Busto Arsizio nel guardare all’esterno.

Per il liberty segnalo la mostra chiamata “ Accoppiamenti giudiziosi” realizzata nel 2005 presso il Castello di Masnago di Varese che metteva in relazione le presenze liberty di Varese, di Busto Arsizio e del territorio provinciale nonché i finanziamenti ricevuti dai comuni di Varese e di Induno Olona per il censimento proprio degli edifici liberty sia civili che industriali, che cimiteriali.

Si smetta di fare interventi scollegati l’uno con l’altro e si faccia invece sistema. Il Liberty deve poter divenire lo stile architettonico (con testimonianze in tutto il mondo) che la futura Expo 2015 deve essere chiamata a valorizzare.

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