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Ambiente

LA BONIFICA IN ATTESA

ARTURO BORTOLUZZI - 30/11/2012

Il terreno attorno al quale insiste la ex Conceria Fraschini di Brenta e Cittiglio, da indagini svolte da Arpa (relazione del 25 febbraio 2008), risulta inquinato sia in superficie che nelle acque sotterranee.

Riporto in appresso le conclusioni di quella relazione: “Dall’esame della relazione tecnica e successive analisi fomite dalla parte, dalle verifiche eseguite in campo e dalle determinazioni eseguite dal Laboratorio Chimico Ambientale Arpa, si comunica che sono stati riscontrati superamenti alle concentrazioni soglia di contami nazione (CSC) delle matrici suolo (terreni) e acque sotterranee (falda superficiale).

Le risultanze analitiche del Laboratorio Chimico Ambientale ARPA hanno evidenziato nei campioni di terreno prelevati (trincee T2 e T9) il superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione (CSC), per i parametri Cr tot, C>l2, Hg di cui all’Allegato 5 Tab1 del D. Lgs 152/06.

Analoga situazione è stara riscontrata anche nel campione di acqua sotterranea (falda superficiale)
prelevato dalla trincea T6, che evidenzia il superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione (CSC), per il parametro Cr tot, di cui all’Allegato 5 Tab. 2 del D.Lgs 152/06.

Dalla valutazione dei referti analitici dei terreni, acque sotterranee e rifiuti, emerge una presenza
rilevante del contaminante “cromo totale” ed in particolare di cromo trivalente. Inoltre l’analisi sull’eluato eseguita sui campioni di “rifiuto solido” prelevato dalla Trincea TI0** e dalla trincea T3″, mostra valori elevati di COD (mg O2). L’area in esame dovrà essere assoggettata agli ulteriori
adempimenti previsti dalla parte Quarta Titolo V del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. secondo le procedure e le disposizioni ivi indicate”.

Ho scritto al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del territorio chiedendo un suo intervento risolutore e da realizzarsi in tempi molto rapidi. Ho, pure, domandato al Prefetto di Varese e all’Assessore Regionale all’Ambiente di fare altrettanto.

Premesso: che la Procura della Repubblica di Varese ha chiesto il rinvio a giudizio di 10 persone per l’inquinamento provocato della zona tra i Comuni di Brenta e Cittiglio dove era attiva la conceria Fraschini (vedansi quotidiani locali di Varese del 22 novembre 2012); che la Procura della Repubblica di Varese ha detto che con detto inquinamento si è perpetrato un vero e proprio disastro ambientale; che l’inquinamento effettivo del territorio è stato pure accertato da Arpa. Inquinamento che servirebbero indagini per conoscere se dannoso per la salute del corpo sociale come viene lamentato dai residenti in loco. Indagini costose come la bonifica ambientale che non sono alla portata né dei Comuni citati né della Provincia di Varese”; che l’articolo numero 300 del Dl 152-2006 dice come costituisca un “danno ambientale” il deterioramento in confronto alle condizioni originarie, provocato (tra l’altro): al terreno, mediante qualsiasi contaminazione che crei un rischio significativo di effetti nocivi, anche indiretti, sulla salute umana a seguito dell’introduzione nel suolo, sul suolo o nel sottosuolo di sostanze, preparati, organismi o microrganismi nocivi per l’ambiente; che l’articolo numero 306 del Dl 152-2006 stabilisce – tra l’altro – che “ Il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio decide quali misure di ripristino attuare, in modo da garantire, ove possibile, il conseguimento del completo ripristino ambientale, e valuta l’opportunità di addivenire ad un accordo con l’operatore interessato nel rispetto della procedura di cui all’articolo 11 della legge 7 agosto 1990, n. 241; “Nelle attività di ripristino ambientale sono prioritariamente presi in considerazione i rischi per la salute umana; ho domandato di prendere tutte le informazioni del caso, leggendo i giornali richiamati, richiedendo copia delle indagini di Arpa e sentendo il Perfetto di Varese e i Sindaci dei Comuni di Brenta e di Cittiglio; di disporre ogni tipo di comando per consentire la bonifica del suolo e delle acque presso la ex Conceria Fraschini.

Occorre, infatti, tutelare il territorio e le acque e, soprattutto, il corpo sociale che dimora presso la ex Conceria e che è stato invaso da un puzzo insopportabile e da malattie che nessun ufficio ha finora studiato per metterle in relazione con gli evidenti inquinamenti dell’area.

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