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Attualità

TRASPORTI, IL RISCHIO DELLE INCOMPIUTE

GIANFRANCO FABI - 14/12/2012

lavori in corso per la Pedemontana

Negli ultimi mesi, finalmente, i cantieri sono partiti. E per una realtà come quella varesina che ha dormito per anni la notizia è certamente positiva. Si lavora per la Pedemontana tra Gallarate e la Brianza, così come tra Gazzada e Vedano Olona, per la circonvallazione di Arcisate e Bisuschio, così come per la linea ferroviaria Arcisate-Stabio. Tra la fine del 2013 e il maggio del 2015, quando aprirà l’Expo di Milano, queste opere dovrebbe essere via via inaugurate se i tempi e gli impegni saranno rispettati.

In verità qualche piccolo dubbio comincia a serpeggiare. La crisi politica in Regione Lombardia non agevola certo la continuità dei finanziamenti, così come non potranno che farsi sentire i vincoli di bilancio a livello statale.  Un ritardo o peggio ancora un blocco dei lavori sarebbe quanto mai pericoloso per l’esigenza che il territorio ha di queste infrastrutture. Purtroppo tuttavia, di “incompiute” è ricca la nostra realtà: basti guardare alla bretella autostradale di Varese, con quel ponte raddoppiato e inutilizzato sopra la strada per Gazzada, così come la Tangenziale alla Folla di Malnate dove si costringono gli automobilisti a fare un giro per andare dritti, oppure la Gavirate-Laveno che si ferma contro la montagna prima di Cittiglio.

Di nuove infrastrutture c’è un forte bisogno anche perché negli ultimi decenni Varese aveva accumulato forti ritardi. Dopo aver realizzato negli anni Venti del secolo scorso la prima autostrada del mondo unendo la neonata provincia a Milano, dopo aver realizzato ancora prima un doppio collegamento ferroviario con il capoluogo lombardo, tutto è andato avanti a piccoli passi per poi sostanzialmente fermarsi negli ultimi vent’anni. Un recente studio della Confcommercio ha collocato Varese al sesto posto in Italia per i ritardi infrastrutturali, subito dopo Milano, Napoli, Roma, Torino e (consoliamoci) Como. Nel decennio 2000-2010 la performance maggiormente negativa è quella di Milano con un peggioramento del prodotto interno di oltre il 30% causato dal peggioramento della connettività. Per Varese il peggioramento è stato di quasi il 15% più o meno in linea con la media nazionale dove si è calcolato che in un solo anno i ritardi nella costruzione delle nuove opere hanno provocato una perdita di PIL di oltre cinquanta miliardi di euro.

I prossimi mesi appaiono quindi decisivi anche perché è sempre in agguato quella che il recente rapporto del Centro Einaudi (“L’economia globale e l’Italia”) ha definito la “sindrome di Milocca”. Nella parte dedicata all’Italia il rapporto si concede infatti quella che solo a prima vista potrebbe sembrare una divagazione letteraria. Viene citata una novella scritta nel 1922 da Luigi Pirandello, intitolata “Le sorprese della scienza”, e giudicata “la migliore descrizione dello stato d’animo oggi prevalente in Italia relativamente all’innovazione tecnologica”. Ebbene in questa novella si racconta delle forte opposizione che nel paesino siciliano di Milocca si era sollevata di fronte al progetto di costruire un acquedotto e di collegare il paese alla rete elettrica regionale. Con applausi scroscianti venne infatti accolto l’intervento di un consigliere comunale in cui si spiegava,“che la dura esperienza in altre città, o signori, ha purtroppo dimostrato che gl’impianti idro-termo-elettrici sono della massima difficoltà e serbano dolorosissime sorprese. Nessuno può far miracoli, e tanto meno, su la base d’un così fatto progetto, potrà farne il Municipio di Milocca”.

E commenta Pirandello: “Questo era il tempo delle grandi scoperte, e ogni amministrazione che avesse veramente a cuore il decoro del paese e il bene dei cittadini, doveva stare in guardia dalle sorprese continue della Scienza. Pertanto, sicuro d’interpretare i voti del buon popolo milocchese e di tutti i colleghi consiglieri, il sindaco proponeva la sospensiva sul progetto della Giunta”.

Ecco quindi nascere la sindrome di Milocca: l’estrema difficoltà nel costruire nuove infrastrutture. Basti pensare alle contestazioni alla linea ad alta velocità tra Torino e Lione, al no popolare al termovalorizzatore in Val d’Aosta, alla mancata autorizzazione per il rigassificatore di Brindisi, ai tempi biblici necessari per le licenze di nuovi centri commerciali.

A Varese, come detto, i cantieri per le nuove strade e la nuova ferrovia sono fortunatamente partiti. Resta in agguato la sindrome dell’incompiuta: speriamo se ne debba parlare in futuro solo per la grande sinfonia di Schubert.

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