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Attualità

PRESEPE VIVENTE NELLA BASILICA

GIUSEPPE TERZIROLI - 11/01/2013

È la seconda volta che assisto alla rappresentazione del Presepe vivente di Agliate, dieci chilometri a nord di Monza, nel naturale scenario ove si colloca il capolavoro del romanico altomilanese, la Basilica dei Santi Pietro e Paolo, con annesso Battistero. Nella vera Brianza che alterna colli e fiumi che scendono dalle Grigne e monti lariani il verde, l’arte, la storia, soprattutto la fede la fanno da protagonisti.

Ho già scritto che raramente guardiamo a Est dei nostri confini provinciali. Il maltempo di Natale ha rinviato al pomeriggio temperato della Epifania la sacra rappresentazione, quella della trentasettesima edizione.

È una antica tradizione di un piccolo paese, che si specchia nel Lambro, con le sue cascine, corti, vecchie osterie, accanto a ville con parchi immensi della antica nobiltà. Pensate che l’evento occupa centinaia di figuranti, una regia a dir poco teatrale, con rari pezzi di musica religiosa e profana. Il percorso si snoda attorno agli edifici storici: a me quest’ anno ha emozionato il primo quadro con la rappresentazione del martirio di Santo Stefano. Siccome gli episodi sono numerosi le scene sono ripetute ogni venti/trenta minuti, onde consentire ai visitatori, pellegrini (reputati fino a diecimila) di poterle visionare. Ho voluto assistere così a due rappresentazioni del sacrificio del protomartire, tale era la suggestione e la commozione, svoltasi su un palcoscenico allestito davanti alla facciata a capanna.

Il richiamo alla spianata di Cluny – a parte la distruzione operata alla abbazia francese – è forte. Monumenti che risalgono fino all’VIII secolo, una immensa basilica a tre navate con cripta e, come detto, il battistero contenente una vasca battesimale a immersione a sette lati. Nella spianata si susseguono le varie scene: l’Annunciazione, il Presepe, la strage degli Innocenti e così via. Figuranti che rappresentano i mestieri di una Palestina coeva alla nascita del Salvatore. Lascio alla vostra immaginazione, e a una abbondante documentazione presente in internet.

Voglio concludere citando da una parte l’intera organizzazione, Parrocchie di Agliate, Costa Lambro, Comunione e Liberazione e Avsi, e dall’altra ai molteplici riferimenti dei riferimenti simbologici e liturgici del monumento agliatese, quali le trentatré finestre che alludono ai trentatré anni del Salvatore, alla mancanza di finestre della parete nord, in allusione alle citazioni bibliche: “Ab Aquilone pandetur malum “, al disassamento dell’abside rispetto alla porta centrale, che simula l’inclinazione del capo di Cristo crocifisso. Ma tanto, tanto ancora si potrebbe scrivere di questo meraviglioso connubio.

Un suggerimento: mettete già in “agenda “, verbum più che attuale, l’appuntamento per il Natale 2013 al prossimo Presepe: per vostra conoscenza siamo a poco più che a un’ora di auto da Varese.

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