Attualità

ADELANTE AERMACCHI

FABIO GANDINI - 04/07/2025

Il sonno di un passato mummificato in un eterno presente pare ora definitivamente spezzato da una “sveglia” fatta di ruspe e maestranze al lavoro, in una lena che non conosce caldo tropicale né giustificazioni di altro tipo.

Si muove eccome la riqualificazione dell’ex Aermacchi, simbolo industriale della Varese che fu diventato con il tempo trascorso uno scomodo memento per una città incapace di trovare alternative ai dati di fatto decisi dal fato. Fine opere 2023, stava scritto nel progetto originario… Aggiungete un +3, senza polemiche: la notizia non è e non sarà il ritardo, ma aver ritrovato la via del traguardo.

Perché il cantiere, non va scordato, ne ha viste di ogni. Fin da quando cantiere ancora non era, sospeso tra i sì entusiasti al progetto di Tigros e i “nì” che quasi sempre accompagnano le opere destinate ad impattare sul pubblico. Piccoli borbottii, brevi alzate di scudi, polemiche puramente ispirate dal “dovere” politico del “bastian contrario” senza se e senza ma: nulla, a conti fatti, che non si sia spento senza troppe parole davanti alla necessità generalmente avvertita di una mossa concreta su una parte di città rimasta inerme per decenni, ma soprattutto acqua fresca rispetto agli ostacoli che sarebbero arrivati dopo.

Sulla bonifica dall’amianto, tutti d’accordo: si trattava di restaurare condizioni di sanità e sicurezza per un intero quartiere. Ma nessuno aveva fatto i conti con la Sovrintendenza, fatale nell’alzare un improvviso disco rosso dopo 30 anni di silenzio: attenzione, ci sono due hangar e una torre che non si possono toccare.

Siamo nel 2021. Tutto si ferma.

L’investitore privato si straccia, giustamente, le vesti, Palazzo Estense cerca di mediare e viene tacciato di doppiogiochismo, la riqualificazione rischia di saltare completamente, facendo ritornare via Sanvito, via Crispi e aree intermedie nell’oblio dell’inerzia.

Passano quasi 3 anni, che il calendario vede sciogliersi con la velocità delle neve al sole, tra incontri tra le parti, aggiustamenti delle carte, altri stop, altre speranze, lettere, “controlettere”: siamo nel 2024 e la “Tutela” non vede finalmente altri impedimenti.

Ci vuole però una conferenza dei servizi per ripartire: eccola, il 31 marzo di quest’anno. Un mese dopo, poco meno, riprendono i lavori, che partono dalle demolizioni: giù l’ex mensa, giù lo stabile principale e parte dei muri di cinta, giù la palazzina di piazzale Foresio che ospitava alcuni uffici comunali.

Siamo – ora – a un passo dalla “spianata”, sopra la quale sorgerà il nuovo.

Quale nuovo? Occorre ritornare alle origini per ricordare quali saranno le fattezze di questa rivoluzione tanto attesa: un centro sportivo comprensivo di una piscina olimpionica che – tra l’altro – diventerà la casa della VON di pallanuoto neo-promossa in serie B; un palazzetto per il basket, con tribune capaci di contenere almeno 500 spettatori; un nuovo centro commerciale; uno spazio per attività terziarie; una nuova piazza; un’area verde che tra l’altro congiungerà via Sanvito Silvestro e via Crispi; altre opere di urbanizzazione tra cui una pista ciclabile.

Adelante Pedro, anche senza juicio