I festeggiamenti ufficiali ci saranno a settembre, ma già nei giorni scorsi una cena di gala di inizio estate ha salutato i primi 25 anni della Fondazione Renato Piatti. A settembre, dal 17 al 22, ci sarà un cammino di 104 km lungo la Via Francisca del Lucomagno, da Lavena Ponte Tresa ad Abbiategrasso, coinvolgendo persone con disabilità, famiglie, operatori, volontari e comunità locali.
Sarà un’occasione per far conoscere una delle maggiori realtà socio-assistenziali del Varesotto, una realtà che anno dopo anno ha realizzato una rete di 22 luoghi di cura tra residenziali, diurni, riabilitativi e ambulatoriali tra le province di Varese e Milano, prendendosi cura di oltre mille persone grazie all’impegno di più di seicento operatori e volontari.
Con decisione e discrezione la Fondazione si è ingrandita restando fedele all’ispirazione originaria, un’ispirazione caratterizzata dall’impegno di Renato Piatti e della moglie Cesarina del Vecchio con la costituzione del gruppo locale di Varese di Anffas (l’associazione nazionale che da 1958 si cura delle famiglie e delle persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo).
“Renato e Cesarina – si legge nella storia della Fondazione (https://fondazionepiatti.it/) – non parlano di dare vita a una fondazione, ma coltivano quotidianamente l’impegno sociale a favore dei più fragili e delle famiglie che, come loro, vivono la disabilità di un figlio. Insieme ad altre 4 famiglie, Cesarina Del Vecchio, vedova di Renato da ormai 5 anni, avvia il primo nucleo di quello che sarebbe diventato il centro diurno di Bobbiate, due piccoli locali che hanno segnato il primo passo di un nuovo cammino per 4 ragazzi”.
Attualmente i servizi sono articolati in tre grandi aree di missione: età evolutiva con 3 centri riabilitativi semiresidenziali, 1 comunità terapeutica e 1 poliambulatorio; età adulta e terza età con 5 centri diurni, 2 Residenze Sanitarie per persone con Disabilità, 8 comunità socio sanitarie, 1 gruppo appartamento; famiglie con i servizi di presa in carico, case management, orientamento e un fondo di solidarietà per chi si trova in condizioni di fragilità sociale.
“La persona con disabilità e autismo – scrive il presidente Emilio Rota nel bilancio sociale 2024 – è al centro della nostra missione vocativa, che, nata da lontano, indossiamo, difendiamo e sviluppiamo. È questo ciò che caratterizza Fondazione Piatti, che ci fa sentire e stare bene, elementi che diventano sempre più attrattivi per chi si avvicina e impara a conoscerci, comprendendo quanto sia naturale trovare nella nostra organizzazione quella spontanea visione di pensiero e azioni svolte in direzione del bene comune”.
Una realtà quindi che ha saputo ampliare nel territorio la sua attività e nello stesso è riuscita ad allargare la rete dei volontari e dei donatori che hanno affiancato, e continuano ad affiancare, l’impegno quotidiano per le persone che hanno bisogno di compagnia e di cura. Un esempio di come anche in una realtà come quella varesina la solidarietà e la passione umana sappia coniugarsi con l’efficienza e una positiva imprenditorialità.