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DEMOCRAZIA ILLIBERALE

MARGHERITA GIROMINI - 06/06/2025

La democrazia illiberale a cui si fa spesso riferimento negli ultimi tempi è un pesante ossimoro.

Può una democrazia essere illiberale?

Se si risponde affermativamente si deve accettare che esista anche il contrario: una dittatura liberale. A cui faranno seguito un’autocrazia democratica, una democrazia dittatoriale, un totalitarismo democratico.

Forse si ricorre all’ossimoro di democrazia illiberale perché all’apparenza suona meno grave di termini come dittatura o democratura? Purtroppo la democrazia senza aggettivi si sta alleggerendo di significato. Si potrebbe lentamente indebolire perdendo la pienezza del suo essere al centro di almeno due secoli di storia dell’Occidente.

Più fioriscono le democrazie connotate da aggettivi più si affaccia il rischio di cedere all’idea di più forme di democrazia. Se ne esistono tante, e tutte sono ammesse, ognuno si può scegliere quella che preferisce. L’erosione del significato reale della parola porta alla sua svalutazione che di frequente si accompagna alla sottrazione graduale di diritti acquisiti.

A coniare l’incongruo ossimoro è stato l’ungherese Viktor Orbán, capofila dei governanti che hanno trovato perfetto il suo modello. Per essere accolti nella sua schiera e avere diritto a denominarsi “democrazia illiberale” è sufficiente affermare che si è stati scelti dal popolo sovrano.

Anche se poi gli elettori dovranno farsi da parte lasciando campo libero agli eletti che gestiranno ogni cosa, governando senza il contributo del Parlamento e degli organismi incaricati della gestione dello Stato.

In una democrazia vera invece non conta solo il voto: vi sono la tutela delle libertà individuali, la separazione dei poteri, la garanzia di uguali diritti. L’aggettivo illiberale la dice lunga: meno intrusioni dal basso, meno diritti, meno tutele, meno limiti al potere esecutivo.

All’apparenza ogni modello democratico illiberale non si configura nell’immediato come un regime repressivo d’altri tempi. Limitare a piccoli passi e preventivamente le libertà individuali e quelle pubbliche, anche con il supporto delle tecnologie di tracciamento, realizza il sogno degli autocrati di poter controllare la società nel suo insieme.

In questo senso la democrazia controllata e limitata alla Orbán non comporta un automatico ritorno indietro a vecchie forme di fascismo, ma prepara un’evoluzione sistematica verso lo stravolgimento del futuro della convivenza democratica.

In Italia a che punto siamo?

A dare ascolto al deputato europeo Zan si delinea per noi “un governo che a tappe forzate sta cercando di comprimere le libertà fondamentali. Diritti che arretrano per la comunità Lgbtqia+, spyware nei cellulari dei giornalisti, decreti legge sulla sicurezza, attacchi ai magistrati, controllo delle TV di Stato”.

Ci sono vari episodi di limitazione delle libertà fondamentali che prefigurano graduali virate verso una sorta “recessione democratica”. Staremo a vedere e a vigilare.

Chiudo offrendovi quante più definizioni di democrazia ho reperito in rete: pseudo democrazia, democrazia parziale, democrazia a bassa intensità, democrazia vuota, illiberalismo, regime ibrido, democratura, democrazia populista, democrazia autoritaria, democrazia guidata.