Extra omnes e va bene. Chiuso il portone della Cappella Sistina, dentro i 133 cardinali a scegliere il nuovo Papa, prima fumata nera (20.59 di mercoledì 7 maggio) dopo maxiattesa: tre ore e un quarto. Vedremo chi è il prescelto, lo scommessificio lascia spazio a ipotesi prevedibili (Parolin, Zuppi, Pizzaballa,Tagle), idem a sorprese da sussulto (Prevost, Aveline, Grech, Filoni). Diremmo, e chissà se va bene: homines-extra. Nel senso d’un raduno di speciali persone che ne devono individuare una specialissima. Eccola, la missione di ecumenica attrattività.
La nomina d’un pontefice coinvolge il mondo intero. Non solo l’universo del cristianesimo. Lo definiamo il curioso dell’eccezionalità? Ma sì. L’eco spropositata che il dominio mediatico esercita a più livelli? Ma sì. La tendenza a equiparare sacro e profano, quando la ribalta clamorosamente s’accende? Ma sì. E altro, ciascuno ci metta del suo. Però di fondo, nella penombra d’un angolo umile, sta pure la benevolenza dell’occhio popolare in cerca di visione limpida, offuscato com’è dall’opaca lente della quotidianità istituzionale.
Al conclave si presta attenzione enchanté non solo da parte dei fedeli al concetto di soprannaturalità, di cui il Papa è interprete, mentore, figura simbolico-carismatica. Ma da parte dei laici lontani dall’identificarsi nel dio e nei suoi doni; e però vicini, vicinissimi a un avvenimento/a un prescelto che li riaccosta alla perduta fiducia in autorità morali e globali.
Fenomeno da psicologia di massa, secondo gli esperti. Più semplicemente: àncora di salvataggio, secondo gl’inesperti. Cioè noi inesperti. Inesperti del mistero della vita, se siamo favorevoli all’intermediazione degli Addetti ai lavori dell’anima; e se non siamo favorevoli, incapaci di surrogare un fascino bimillenario con fascinazioni alternative.
Il prodigio che stiamo vivendo è la risposta a una chiamata affatto illusoria. E invece avvertibile in concreto. Non succede per nessun diverso accadimento contemporaneo, cui siamo soliti assegnare neutro distacco, lontani dall’idea di spirituale comunione. Invece no. Stavolta l’emozionarsi dell’umanità in cerca di sé stessa (“Bisogna risvegliare le coscienze”, ricorda Giovan Battista Re, decano dei presuli, introducendo al conclave) brucia al punto d’aver già innalzato la sua invisibile fumata bianca nel comignolo dietro piazza San Pietro, comunque vada la scelta del successore di Francesco. Qualcosa di sorprendente. Anzi, d’inopinato. O forse di magico. Diremmo: qualcosa da intestare a homines-extra. Che i non extra gratificherebbero di like, se non gli sembrasse blasfemo pur nella disinvolta civiltà del click. Comunque e oggettivamente, in omaggio all’interessata folla dei trepidanti, ola pro nobis: su questo non c’è dubbio.