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IMPATTO GIGANTE

FLAVIO VANETTI - 09/05/2025

Rilanciata da alcuni siti (Everyeye.it, con articolo di Salvo Privitera uscito nei giorni scorsi; quindi, in precedenza, IntraGeo e l’autorevole rivista Nature), torna a far parlare di sé – e a creare inevitabili discussioni – la teoria secondo cui, circa 4,5 miliardi di anni fa, un vero cataclisma cosmico avrebbe cambiato per sempre il destino del pianeta sul quale viviamo. “La Terra primordiale ancora in formazione – scrive Privitera – sarebbe stata colpita da un corpo celeste delle dimensioni di Marte, battezzato Theia. Da questo impatto devastante nacque la Luna, ma potrebbe derivare anche l’inclinazione terrestre che genera le stagioni, e perfino alcune misteriose strutture ancora oggi presenti nel nostro mantello”.

La teoria dell’impatto gigante sarebbe insomma quella che meglio spiega alcune cose, a cominciare dalle stranezze del sistema Terra-Luna: la somiglianza chimica delle rocce, l’orbita perfettamente allineata del satellite naturale, la bassa densità e la composizione insolita. Quindi non ci sarebbe stato un semplice sfioramento da parte di Theia, una sorta di bacio alla Terra. No, recenti simulazioni propongono piuttosto uno scontro frontale, molto rapido (sarebbe durato qualche ora e se rapportiamo questo dato alle scale temporali celesti stiamo parlando davvero di un valore minimo) che avrebbe fuso i due pianeti. I detriti sparati in orbita si sarebbero poi aggregati per formare appunto la Luna, mentre l’asse inclinato della Terra, secondo questa teoria, sarebbe un’altra conseguenza dello scontro.

 E Theia? Forse è finita nelle “fauci” di una Terra simile a un cannibale. E forse è ancora con noi. Alcuni geologi, sfruttando simulazioni a computer, ritengono infatti che enormi blobs presenti nel mantello terrestre –  le cosiddette LLVP, zone a bassa velocità sismica sotto l’Africa e il Pacifico – siano in realtà resti del pianeta perduto, affondati fin quasi al nucleo. Quale la ”firma” che li può identificare quali eredità di Theia? La ricchezza di ferro. Queste formazioni potrebbero infine avere influenzato persino l’origine delle placche tettoniche.

Peraltro va detto che il riproporsi della “Teoria dell’Impatto Gigante” non può non portare alla riesumazioni delle tesi di Zecharia Sitchin, scrittore azero naturalizzato statunitense, a lungo residente nella Palestina sotto mandato britannico, spesso al centro di critiche e stroncature.

Ebbene, secondo lui, contemporaneamente alla formazione della Terra e della Luna si sarebbe verificata una “Panspermia” indiretta denominata esogenesi. A detta di Sitchin la “Battaglia Celeste” della tradizione sumera altro non sarebbe che la collisione primordiale tra Nibiru – il pianeta da lui ipotizzato e forse davvero esistente – e Tiamat, altro corpo celeste. Dopo l’allontanamento di Nibiru, sarebbero stati generati la Terra, la Luna e la Cintura degli Asteroidi. Di questi impatti apocalittici Sitchin parlava a metà degli anni 70 e veniva insultato. Oggi – pura annotazione cronistica – ne parlano gli scienziati.

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