Società

SOCIETÀ VECCHIA, SCUOLA NUOVA

SANDRO FRIGERIO - 10/10/2025

il Sindaco Daniele Galimberti illustra l’accordo per la nuova destinazione nell’ambito della Formazione professionale della ex scuola Salvemini a Varese

No, non è un caso. Nell’ultimo mese abbiamo informato e commentato di come Fondazione Molina, la seconda RSA (e non solo) della Lombardia abbia celebrato i suoi 150anni e organizzato il suo primo “open day”, a pochi mesi e un isolato isolati di distanza dall’apertura di una grande struttura analoga; di come la Camera di Commercio abbia varato un programma per incentivare il trasferimento in provincia di Varese di giovani lavoratori. E ora un’altra scuola a Varese si trasforma in qualcosa di diverso: in una nuova sede Enaip, cioè dell’organismo, legato alle Acli, che occupa un ruolo rilevantissimo per la formazione professionale, con oltre 200 sedi in campo nazionale e oltre una ventina all’estero. Il Comune, proprietario della struttura ormai malandata, conferirà l’immobile con un comodato gratuito di lungo termine.

Nel giro di tre anni, previa una riqualificazione a suon di milioni (per ora tre) sostenuta dall’Enaip stesso e dagli ITS Red, con la benedizione dell’Ance (l’Associazione dei Costruttori Edili), l’ente si trasferirà la sua “storica sede varesina al Nifontano (via Uberti) nella struttura di via Brunico. Nemmeno è casuale, la collaborazione con ITS Red. Si tratta infatti degli Istituti Tecnici Superiori, con corsi biennali che prevedono 1.800 ore di formazione, di cui 800 in azienda. Particolarmente radicata nelle tematiche della formazione nel settore dell’edilizia e della sostenibilità ambientale, la interazione con ANCE dovrebbe portare a fare dell’Hub ex-Salvemini un eccellenza in materia e un vero “laboratorio” del territorio e della sostenibilità con adozione delle ultime tenologie..

Non una pura coincidenza, dicevamo. Infatti, da una parte abbiamo una provincia che non decresce, perché comunque l’immigrazione consente di colmare il gap naturale (saldo nati-deceduti), ma invecchia; in cui gli over 65 aumentano costantemente a discapito degli under 65; dove sono sempre più numerose le scuole costrette alla chiusura per insufficienza di iscritti; dove la forza lavoro è attratta verso migliori condizioni economiche a sud (Milano) e a nord (Ticino). E dove il tasso di disoccupazione è ridotto al 4%, cioè il livello fisiologico minimo, e sempre più numerose sono le aziende che denunciano difficoltà a trovare personale, soprattutto personale qualificato, mentre enti quali Camera di Commercio e Confindustria ogni anno organizzano incontri per favorire l’incontro tra domanda e offerta lavorative.

I numeri, che forse non scaldano i cuori ma sono implacabili, del resto sono chiari: 18 anni fa in Provincia di Varese, i residenti in età compresa tra i 15 e 65 anni – cioè la popolazione che si presume in età lavorativa – erano il 66,4%. Oggi sono il 62,5%. Tra altri 18 anni, se ondo le proiezioni Istat, saranno il 56%, cioè 10 punti percentuali in meo. Per la città capoluogo, che nel frattempo ha smesso di essere il maggior centro provinciale, questi numeri diventano 64%, 61,5% e 56,6%. Numeri seriamente preoccupanti, perché vogliono dire che le aziende rischiano grosso in quanto avranno un bacino sempre più ristretto cui attingere e che sempre meno saranno coloro che pagheranno le pensioni per una platea sempre più estesa.

In questo panorama è inevitabile pensare a conseguenze come la riduzione delle scuole, l’aumento delle strutture per anziani (avremo meno insegnanti e più addetti all’assistenza?) e una lotta spasmodica per attrarre nuova popolazione e qualificarla.

Così mentre l’assessora ai Servizi Educativi Rossella Dimaggio dice “ogni scuola che chiude è una sofferenza, ma ognuna che riapre è una buona notizia per il territorio” e “aprire spazi di eccellenza a Varese vuol dire ampliare l’offerta formativa che la città può dare come capoluogo sul territorio ”, il sindaco Davide Galimberti può annunciare “il successo di una riqualificazione” (i soli spazi coperti sono a regime 7 mila mq cui vanno aggiunti altri 5 mila mq di un parco di cui non sono tuttavia ancora decisi né gestione né manutenzione), che non è la prima e non sarò l’ultima. È indicativa tuttavia l’osservazione di Giovanni Colombo, presidente di Enaip Lombardia, struttura che in regione ha qualcosa come 23 sedi e 5.500 studenti, 400 dei quali a Varese, dove l’Ente dichiara la collaborazione con 550 aziende: “Ci rivolgiamo a un pubblico che va dai 14 ai 60 anni. Il nuovo polo mira a integrare, in un’unica struttura, i tre pilastri dell’azione di Enaip, rafforzando la sua presenza in città: la Formazione Iniziale (IeFP): Con percorsi qualificanti in settori chiave come meccanica industriale, riparazione veicoli, grafica, informatica, la Formazione per Adulti e pe Politiche Attive compra la riqualificazione professionale, la formazione Superiore, integrandoci con gli ITS Red. Formare è importante, ma lo è altrettanto ricordare che le esigenze delle aziende continuano a mutare e quindi è altrettanto importante assicurare una formazione continua”. Basterà questo a non far rimpiangere una struttura nemmeno vecchissima che abbandona la sua funzione iniziale ma almeno resta nella istruzione? Si, se saprà essere parte di un più vasto disegno di rilancio varesino. Si attendono segnali.