Attualità

MI RUBI L’ANIMA

FABIO GANDINI - 13/06/2025

Solo negli ultimi 8 mesi e senza alcuna pretesa di completezza cronachistica.

Il primo squillo dei bollettini è stato per Casbeno, dove 3 malviventi – due operativi e uno di guardia – sono stati sorpresi a trafugare rame dal tetto, con l’intento di rivenderlo al mercato nero.

Poi Caronno Pertusella, sud della provincia: cornici, catenine e altri preziosi, lasciati in memoria sui loculi e le lapidi, e, addirittura, vasi sottratti notte ma anche giorno tempo. La denuncia dei parenti dei defunti, esasperati: «Non è la prima volta».

Non è Varesotto, ma sta al confine: ecco Legnano, siamo ancora a ottobre 2024, a sparire in questo caso piante, fiori, lumini e fioriere. È una vedova a raccontarlo a un giornale locale.

Andiamo a Bregazzana, novembre 2024: a essere colpita la tomba di un povero sacerdote, don Ernesto Essi, storico parroco del quartiere; scompare una lanterna, ancora una volta per la fame di rame.

Dicembre, Sant’Ambrogio, poco lontano, stavolta è ancora più grossa: dal sepolcro familiare dei Frattini viene razziato il ritratto della madre del celebre scultore Angelo Frattini, da lui realizzato. Un oggetto prezioso, probabilmente concupito da collezionisti senza scrupoli: potrebbe dunque trattarsi di un furto su commissione, i quotidiani della città ne scrivono per giorni.

A Montegrino, estremo nord, obiettivo dei ladri è di nuovo una statua in bronzo, sottratta dal riposo eterno dell’ex sindaco Mario Prato. “Non si tratta di un episodio isolato” fa notare luinonotizie.it

Ancora bronzo, ma siamo nell’anno nuovo e nel capoluogo, precisamente a Capolago. Una figlia rimasta orfana denuncia: «… Questa per me è una domenica che difficilmente dimenticherò perché mi lascia disarmata di fronte a una ferita che colpisce il ricordo e il dolore più grandi della mia vita… Sulla tomba di mamma manca l’angelo in bronzo di 50 centimetri che la ornava. Il mio cuore è ferito di fronte a un gesto così vile come quello di chi colpisce nel profondo ciò che è più indifeso ma anche di più caro per chi continua a ricordare le persone che ci hanno accompagnato nella nostra vita…».

Da qui in poi un’escalation: ancora Capolago, diverse volte, con presa di posizione anche di un consigliere comunale; e poi Sumirago, le statue sempre di mira; infine Sant’Ambrogio, seconda volta per una statua del Frattini.

Tutto in pochi giorni.

Furti nei cimiteri: è un’epidemia. Dal rame alle statue, dai colpi di rilievo ai colpi da disperati: cambia nulla. È l’anima a essere derubata.

A che punto siamo arrivati, si chiedono il cronista, il cittadino, il superstite? Il sentimento predominante è e rimane l’incredulità per gesti che oltraggiano chi non c’è più e feriscono le persone che vedono offeso il ricordo di un loro caro: cattiveria gratuita, che mina nel profondo genitori, figli, fratelli e sorelle di persone che non ci sono più.

Accanto all’incredulità (e alla rabbia) una constatazione, un filo d’Arianna che fatalmente unisce i puntini: la mancanza di continenza, l’assenza di quel limite che fino a qualche hanno fa circoscriveva l’agire delle persone, è ormai una piaga sociale rinvebibile in una miriade di aspetti del vivere quotidiano.

Una volta anche i ladri non avrebbero mai messo “professionalmente” piede in un cimitero, luogo umanamente – non solo religiosamente – sacro e approdo in cui tutti – tutti – prima o poi ci troviamo a piangere un legame spezzato.

È saltato un altro confine. Ma evitiamo di sorprenderci.