Pensare il Futuro

L’ALTRO MONDO

MARIO AGOSTINELLI - 16/05/2025

I Paesi BRICS

Spesso riduciamo la nostra attenzione solo ad una parte residua del mondo e ci stupiamo quando le parole di Francesco e Leone ci ricordano che il pianeta è in fermento e non solo per l’arroganza di Trump e le guerre interminabili che turbano un Occidente che torna insensatamente alle armi.

I Paesi BRICS, ad esempio, sembrano scostarsi da un passato nefasto ed andare – almeno alcuni come il Brasile – verso una più solida democrazia sociale. Una ripartenza che si dà forma dal basso, ma trova contrasti nelle aule parlamentari ancora caratterizzate da una forte componente reazionaria.

Me lo ricorda una amica a San Paolo, che racconta come il problema sul tappeto nel Paese sia la riforma tributaria che il governo (o almeno una parte di esso) vuole portare a termine fra mille ricatti, in uno scontro di classe duro, non sostenuto abbastanza da una necessaria lotta che mobiliti la società. Lo scontro rimane quindi nelle stanze parlamentari in cui la destra prevale.

Eppure, il clima generale con Lula va cambiando nonostante una infiltrazione significativa della criminalità organizzata nelle forze di polizia, l’aumento del prezzo degli alimenti, l’altissimo numero di focolai di incendio che ha caratterizzato il 2024 in Amazzonia e nel cerrado. Il clima generale sta cambiando con l’avvento e una accurata strategia di Lula che si rivolge direttamente alle classi popolari.

Continua infatti l’azione giudiziaria relativa al colpo di Stato guidato da Bolsonaro l’8 gennaio 2023, avvicinandosi a quello che si profila come il nucleo dirigente dello stesso, mentre nel parlamento gruppi di destra presentano proposte di improbabile amnistia.

In questo momento, comunque, è soprattutto il contesto internazionale che richiede molta attenzione e abilità da parte del governo progressista. Per il 2025 il Brasile ha la presidenza dei BRICS, mentre Dilma Rousseff sarà ancora per un biennio a capo della Nuova Banca di Sviluppo. E certamente il sodalizio del cosiddetto Sud globale subirà attacchi dalla amministrazione Trump. A novembre avrà luogo a Belém la Cop 30 delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico ed è evidente che l’uscita degli Usa dall’accordo di Parigi modificherà molto le aspettative al riguardo. Ma nel gennaio 2025 l’urgenza maggiore, che non riguarda solo il Brasile, ma l’insieme di America Latina, concerne la deportazione di massa degli immigrati irregolari scaricati con decisione unilaterale fuori dai confini statunitensi, decisa e attivata con grande e feroce rapidità dalla amministrazione Trump.

Intanto Lula, a sostegno dell’autonomia dell’America del Sud dagli Stati Uniti, ha ricordato a Trump che il nome Golfo del Messico (modificato in Golfo dell’America in Google) deriva dalle norme del diritto del mare, che collega denominazioni e geologia, in questo caso la piattaforma continentale.

E, su un piano più strettamente culturale e sociale appaiono segnali nuovi. Il film brasiliano Ainda estou aqui / Sono ancora qui del regista Walter Salles è stato premiato al concorso internazionale dei Globi d’oro. È un segno anche questo della presidenza Lula, che ha riaperto canali culturali e politici che Bolsonaro aveva ostacolato e bandito. Nel film è stata portata all’attenzione pubblica una pagina della dittatura militare (1964-1985): l’arresto e la scomparsa nel gennaio 1971 del deputato Rubens Paiva del PDT/Partito dei lavoratori brasiliano e l’instancabile azione dei famigliari e dei comitati degli scomparsi che fino ad oggi e fino a domani non rinunciano a imporre allo Stato di assumersi la responsabilità dei crimini perpetrati e a continuare a cercare e trovare i resti mortali delle vittime.

Attraverso un caso singolo, dunque, si riporta alla distratta memoria collettiva la devastazione prodotta dalla lunga dittatura militare e questo in un momento in cui destra e militari, che non accettano né rispettano la Costituzione del 1988, intendono rialzare la testa, in un crescente isolamento delle classi popolari e degli intellettuali cui il Presidente del Brasile si rivolge.