Chiesa

MODERNARIATO

MASSIMO LODI - 17/10/2025

Leone XIV sale per la prima volta al Quirinale da Mattarella e, fra il molto che gli dice, c’è il moltissimo circa il sentiment contemporaneo: non scordiamo né disprezziamo la tradizione. E poi: omaggio alla modernità che ci rende migliori, però bisogna governarla. Non lasciarsene soggiogare e invece virtuosamente impadronirsene.

La tradizione, dunque. Non antico retaggio impolverato cui preferire modi e costumi che cambiano con ansiogena rapidità. E invece radici, pilastri, fondamenta sui quali costruire il nuovo. Erronea l’idea che per riuscirvi si debba demolire il vecchio. Non esplicito l’esempio a proposito dell’intelligenza artificiale, tuttavia sotteso e bene percepibile: una tecno-magherìa utile all’uomo, non l’alternativa che lo sostituisce.

Pensiero immaginifico con excusatio petita: è come se il Papa, inconsapevole visionario, avesse voluto precedere le parole due giorni dopo pronunciate a Varese -teatro di piazza Repubblica stracolmo/ammirato- da Federico Faggin, pioniere della rivoluzione informatica e da sempre sostenitore della dimensione etica nel progresso scientifico. Ci deve arricchire, questo progresso. Ovvero: ne dobbiamo comprendere la missione integrativa della spiritualità interiore, proprio così, invece che attribuirgli un mero ruolo di comodo servizio. Mero, comodo e unico. Eh no.

Il pontefice è un conservatore dello stigma (identità) che ciascuno ha impresso nel marchio genetico. Stigma uguale complesso dei valori ereditati, loro migrazione nell’oggigiorno, perfezionamento del positivo che racchiudono grazie al profilo evoluzionistico disegnato dalla civiltà in movimento. L’intelligenza artificiale è l’ultima e dunque primaria di queste forme. Da usare e interpretare con saggezza. Come Faggin intuì e non si stanca di spiegare, suggerendo d’accostarla senza scostarsi dallo specifico (o vogliamo chiamarlo coscienza o eterno) che risiede in noi. Rieccoci: senza scostarsi dallo stigma (identità).

Il pericolo, avvertito da Leone e condiviso da Mattarella, è che il divenire generazionale si lasci affascinare da modelli massificanti e fluidi. Alert: promuovono solo una parvenza di libertà rendendo le persone dipendenti da forme di controllo, come le mode del momento, le strategie di commercio o altro. Ecco quindi l’urgenza di mirare al futuro con senso di responsabilità e di prospettiva. I mezzi sempre più sofisticati sono di sostegno nel guardare lontano, ma bisogna saperne fare buon uso per non cadere nel baratro tecno-fittizio sempre lì vicino, qui vicino, a portata d’abisso. Il guru del silicio, cui il mondo deve riconoscenza infinita, ci ha messo sull’avviso. Digitiamo ok sul touschscreen di cui Faggin ha la paternità: abbiamo recepito il suo messaggio.