Editoriale

UN CLICK SULLA COSCIENZA

GIANFRANCO FABI - 17/10/2025

Per Varese è stata una grande occasione. Grazie alla passione e alla generosità di Padre Gianni, fondatore ed editore di Radio Missione Francescana e di RMFonline, oltre duemila persone hanno potuto conoscere la grande testimonianza di Federico Faggin, fisico, imprenditore, inventore del microprocessore, uno dei protagonisti dell’evoluzione dell’informatica dal primo personal computer all’intelligenza artificiale.

Nei due incontri di giovedì scorso al teatro di Varese, il primo nella mattinata dedicato agli studenti, il secondo nella serata aperto a tutti, Faggin ha saputo suscitare attenzione ed emozione, non solo e non tanto per gli aspetti tecnici e per le nuove frontiere della fisica quantistica, ma soprattutto per il suo richiamo convinto e appassionato, alla scoperta ognuno di sé stesso, della propria coscienza, della propria identità, della propria incommensurabile capacità di amore.

“La figura di Federico Faggin – sottolinea Antonio Franzi che ha sapientemente moderato i due incontri – ha affascinato e coinvolto anche gli studenti delle scuole superiori del nostro territorio. Grazie anche all’Ufficio Scolastico, in più di mille hanno affollato il teatro cittadino nel primo incontro mattutino per ascoltare parole che parlano di vita. Un’esperienza che si è ripetuta in serata di fronte a giovani e meno giovani che lo hanno ripetutamente applaudito”.

Faggin ha smitizzato l’intelligenza artificiale e soprattutto ha contestato l’illusione che le macchine possano prendere il posto dell’uomo, arrivare a superare con le proprie potenzialità la fragilità della condizione umana. Come ha sottolineato: “I computer seguono le regole, gli uomini la coscienza, l’interiorità. L’intelligenza artificiale non è e non può essere cosciente. Lo scientismo, la fiducia nella razionalità scientifica, non può interessarsi della coscienza perché non può riuscire a capirla. La coscienza è fatta di libero arbitrio, dalla capacità di vivere le emozioni e soprattutto è capace di vivere quella dimensione totalmente umana che si chiama amore”.

Nei due incontri Faggin ha raccontato come una notte del 1990, in un lago tra California e Nevada, durante una vacanza con la famiglia, gli sia accaduto qualcosa. “Dal mio petto arrivò un’energia fisica: amore incondizionato, gioia e pace, diecimila volte più potente di qualunque cosa abbia provato prima”. Proprio questo amore incondizionato è il sapore della conoscenza. “Un amore potente fuori della realtà. Un’esperienza con un valore di verità così profonda che non mi ha fatto mai dubitare”.

“Oggi – ha sottolineato Faggin – ci insegnano a credere alle macchine, siamo indottrinati a pensare che noi siamo macchine, ma è un pericolo gravissimo credere che le macchine sappiano tutto. È ora di svegliarci. La coscienza e il libero arbitrio devono diventare i punti di partenza. Perché gli aspetti più importanti sono: il corpo (e qui lo scientismo si ferma), la mente (la fisica quantistica può creare solo delle probabilità di quello che potrà succedere), la coscienza (che può decidere cosa manifestare)”.

“Una testimonianza preziosa – spiega Antonio Franzi – che si è dipanata dalla meccanica quantistica, insufficiente per cogliere l’esperienza umana nella sua pienezza, alla differenza fondamentale tra simbolo e significato. Sempre però avendo ben presente la necessità di guardare dentro di noi, trovando la forza di indagare su quella che è l’essenza dell’umanità”.

Il senso della giornata è stato sinteticamente espresso dalle parole conclusive di Padre Gianni, più che soddisfatto dei due eventi. “L’evoluzione della scienza e della tecnica non si ferma e ci presenterà nuove opportunità e nuove tentazioni. Ma, come dice la Bibbia, non dobbiamo avere paura, ma dobbiamo difendere la nostra identità, i nostri valori umani, la nostra coscienza.”