Ambiente

RIFIUTO DEL PRIMATO

SANDRO FRIGERIO - 17/10/2025

la discarica comunale di Varese

“A volte ritornano”. Non è un riferimento ai racconti di Stephen King. In questi giorni, migliaia di famiglie varesine sono state raggiunte dalla comunicazione del secondo round di pagamenti della tassa rifiuti, da quest’anno divenuta TariP, cioè “puntuale” in quanto, almeno in parte, tiene conto del conferimento della spazzatura indifferenziata. Una paginetta di ricorda i progressi condotti in questi anni. Sono passati solo alcuni mesi quando dai banchi del consiglio comunale si è ricordato la campagna pubblicitaria, a colpi di manifesti murali, condotta nel 2012. L’allora amministrazione di centrodestra stuzzicava i cittadini all’insegna del “Varese non è Salerno”, una provocazione dal sapore un po’ “razzista”, secondo alcun consiglieri dello schieramento di sinistra, una “provocazione che almeno è servita”, secondo consiglieri della destra, visto che si voleva porre l’accento sul ritardo della città in materia di raccolta differenziata e che i numeri hanno dato ragione, con un progresso negli anni. Dà lì a poco, eravamo nel febbraio di quasi 14 anni fa, sarebbe venuto un ulteriore “schiaffo” all’insegna del “Varese non è Pordenone”. Cioè un confronto con i primi della classe. E bisogna anche ricordare che la battuta sarcastica su Salerno aveva ricevuto il plauso dell’allora sindaco della città campana, che sarebbe poi divenuto il governatore regionale, nientepopodimeno di Vincenzo De Luca, uno che con le provocazioni ci vive con successo. Ma come stavano allora le cose, e come stanno oggi?

Il divario con Salerno si è sensibilmente ridotto. Se Varese si doveva accontentare del 56% di differenziata, Salerno era al 76%. Oggi Varese è vicina al dato di Salerno e l’intera provincia a provincia campana pullulava già allora di comuni “ricicloni”, per adottare la terminologia di Lagambiente, compresi alcuni sperduti comuni del Cilento, ben oltre la soglia dell’80 per cento. Ancora maggiore era il divario con Pordenone, che nel 2012 vantava già uno straordinario (per i tempi) 74%. Addirittura 79% secondo altre fonti, un dato salito ora all’86%. Un record tra i comuni capoluogo

Se questi sono i dati dei comuni citati come “benchmark” di comparazione nel 2012, come siamo messi oggi con i centri di simili dimensioni con cui Varese si confronta più frequentemente, a cominciare dai più vicini?

Cominciamo col dire che secondo quando comunicato dall’Impresa Sangalli, che gestisce il servizio pe il comune di Varese, la percentuale di differenziata nel comune di Varese sarebbe progressivamente aumentata dal 70% del 2021 al 72% del 2024. Bisognerà veder quali saranno le rilevazioni per il 2025, anno in cui, almeno per le utenze individuali (non per i condomini per i quali vale il cassonetto) è entrata in vigore la tariffazione “puntuale”, cioè con il sacchetto “microchippato”.

piattaforma ecologica Varese

Nei capoluoghi e nelle maggiori città vicine (i dati sono di Legambiente e di Ispra-Catasto nazionale dei Rifiuti), Como è poco sopra il 70%, Lecco al 78%, mentre in Provincia, Busto Arsizio è a un eccellente 83%. E i comuni oggetto del confronto mediatico di una quindicina di anni fa? Salerno è leggermente salita a un pur sempre positivo 73 – 74%, secondo gli anni.

Quindi l’operazione “aggancio” di Varese sembra riuscita. Quanto a Pordenone, la città friulana si conferma uno dei comuni capoluogo più virtuosi della regione e d’Italia, con valori attorno all’83%, mantenendo quindi una decina di punti di vantaggio su Varese. Più in generale l’indagine annuale di Legambiente del 2025 (con i dati dell’anno prima) qualifica 663 comuni su 7896 comuni italiani monitorati come comuni “Rifiufi Free” (in testa Pordenone e Trento, con Treviso) dei quali 424 nel Nord Italia. Sempre nel Nord Italia è il Veneto a primeggiare con 161 comuni. Lombardia, che ha un elevato numero di comuni, segue a 107 e il Friuli Venezia Giulia a 35. In provincia di Varese, due soli comuni rientrano nei parametri (percentuali di riciclaggio oltre il 65% e soglie quantitativa per tipo di rifiuti) e sono quelli di Besozzo e di Monvalle. Risulta in Regione particolarmente virtuosa la provincia di Bergamo (46 comuni in graduatoria), segno che l’emulazione tra comuni e una appropriata campagna informativa posso svolgere un ruolo vincente.

In attesa di vedere i primi risultati della “Tarip”, con la sua misura della differenziata. Che cosa si può fare? Le misure possibili non mancano:

  • Rendere effettiva la Tarip, che oggi misura il condominio e non la singola utenza.
  • Migliorare il tipo di raccolta. Oggi la piattaforma distingue tra le lampadina (Incandescenza, Led, fluorescenti), ma non per tipo di vernici, non prevede come disporre degli imballaggi poliuretanici di grandi elettrodomestici (irrealistico spezzarli nella plastica), non prevede la raccolta delle lastre di vetro (quadri, finestre)
  • Prevedere adeguati controlli, insieme con una sensibilizzazione della cittadinanza.

Salerno l’abbiamo raggiunta. Ora possiamo mettere nel mirino Pordenone.