Apologie Paradossali

LA GUERRA, E POI?

COSTANTE PORTATADINO - 20/06/2025

(C) Ho ricevuto, come molti, una fake news attribuita al cardinale Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme e ci ho creduto, pur con un fondo di meraviglia per la distonia tra analisi politica e preghiera allegata e conseguente. Presto è arrivata la smentita ufficiale. Quando leggerete, sicuramente ne sapremo di più, scopriremo chi ha creato l’imbroglio, forse realizzato utilizzando l’Intelligenza artificiale, che sa produrre pensieri credibili anche per il più lontano degli estranei.

Voglio parlarne non tanto per mettere in guardia gli ingenui di fronte a falsi evidenti, alla fine la verità viene a galla quando la faccenda è di pubblico dominio, quanto per avvertire noi stessi nel momento in cui ci apprestiamo a formulare un giudizio, del rischio di nascondere il fatto dietro l’interpretazione.

Il fatto innegabile è il seguente: dopo quelle che possiamo considerare scaramucce, guerriglie e attacchi da e contro soggetti terzi, Hezbollah, Houti e la stessa Hamas, lo scontro è diventato diretto e decisivo, anche s e non formalmente dichiarato: guerra tra Israele e Iran. Guerra non dichiarata, come mai nessuna in questa situazione. Guerra vera, che forse dopo tanti logoramenti di terrorismo e controterrorismo, di guerriglia e controguerriglia, ha uno scopo, la vittoria decisiva di Israele, il cui raggiungimento potrebbe forse portare ad una difficile pace. È ora di smetterla di credere alla storiella (non una falsa notizia, ma una interpretazione sbagliata o faziosa) che tutto quello che sta succedendo a Gaza o Cisgiordania, insomma intorno ad Israele, sia colpa di Netanyahu e dei suoi processi.

Da sempre, l’unica ragione vera di ogni guerra o guerriglia in Palestina è l’esistenza di Israele o la sua soppressione. Tutte le realtà politiche palestinesi hanno nei loro statuti l’eliminazione fisica dello Stato d’Israele. Non nascondiamoci che questo significa l’eliminazione della sua popolazione. Basta per giustificare la durezza di Gaza e l’occupazione militare e la colonizzazione della Cisgiordania? No, ma questa è solo la mia interpretazione, comodamente seduto alla tastiera. Chi vive da 77 anni in assetto di guerra e in ogni casa ha un bunker e una stanza di salvezza blindata, forse interpreta diversamente. Chiediamoci come è cambiata la loro visione del mondo, quando alla minaccia militare tradizionale, sostenuta da una popolazione islamica ostile enormemente superiore per popolazione e mezzi economici, si aggiunge la prossima capacità iraniana di costruire ordigni atomici.

Originariamente era il mondo arabo sunnita a volere la distruzione d’Israele.  L’Iran era lontano, laico, filoamericano. Non c’è spazio né necessità di ricostruire qui il lungo processo che ha portato gli Stati di cultura araba e di religione sunnita ad una faticosa tolleranza e poi verso una quasi-pace, (gli accordi di Abramo) e l’Iran komeinista all’ostilità più feroce. A questo proposito occorre ammettere che la soluzione del problema palestinese non è mai stata né prossima, né facile e non lo sarebbe stata neppure dopo l’eventuale adesione dell’Arabia Saudita agli accordi di Abramo. Ma era una possibilità, vanificata dalla strage compiuta da Hamas. Sappiamo troppo bene gli sviluppi fino ad oggi per riparlarne.  Ma ora, che cosa si aspetta Israele da una guerra vera con l’Iran?

L’oscuro autore del “falso Pizzaballa” non ne fa cenno, ma gli osservatori occidentali sono concordi: la dimostrazione dell’impotenza militare del regime di Khamenei e la sua sostituzione con attori politici più disponibili ad una convivenza, che diano garanzie vere sul non perseguimento del nucleare militare e interrompano il sostegno militare ad Hamas, Hezbollah e Houti. Il falso documento insiste invece molto sulle “incalcolabili conseguenze” dell’attacco israeliano, “per quanto possa essere stato motivato da timori legittimi per la sicurezza nazionale”.  Le conseguenze sarebbero: l’allargamento del conflitto e i danni da fuoruscite radioattive dai siti colpiti. Ma la peggiore sarebbe “spingere l’Iran ad accelerare –non rallentare- la corsa al nucleare militare” e infine “si rischia una guerra mondiale”. Le proposte positive sono piuttosto generiche. Le potenze, l’Onu e l’UE intervengano con mediazioni diplomatiche per ottenere il “cessate il fuoco”.

Che cosa possiamo sapere e dobbiamo pensare? Quanto ai falsi che girano sui social: non inoltrare, diffondendo notizie o giudizi di cui non siamo sicuri, anche se l’ultimo anello della catena è persona a noi nota, poi ricordare, anche dopo una verifica, che siamo sempre di fronte  a interpretazioni e che occorre tener conto della posizione dell’autore.

Quanto alla guerra e alle possibili conseguenze, trovo inutile unirmi al coro dei timorosi. Trovo azzardato fare previsioni di cambiamento di regime a Teheran e comunque penso che non basterebbe a vanificare le ragioni permanenti di conflitto. Forse ha ragione, benché falsa, la preghiera messa in bocca a Pizzaballa: la pace sarà possibile solo grazie ad un intervento divino.