(S) Se fosse vero che il turismo è il petrolio italiano, non si può dire che ne facciamo uno sfruttamento appropriato.
(O) Ma da quanti anni non vai in vacanza, vecchio barbogio?
(S) La vacanza fuori stagione è bellissima, ma per una volta ho voluto unirmi alla fiumana dei ‘pontieri’, il ponte del Primo Maggio e ne ho subito le conseguenze. Parzialmente almeno, perché gli impegni dei parenti mi hanno fatto partire un giorno dopo e tornare un giorno prima della massa, eliminando i disagi del traffico, ma tutte le altre conseguenze dell’eccesso di presenze turistiche me le sono trovate.
(C) Quali? Lo trovi strano?
(S) Impossibilità di trovare posto nei luoghi desiderati…
(O) Se ti muovi tardi a prenotare!
(S) Al ventesimo tentativo ho trovato un AIRBNB che aveva disponibile la sola notte di venerdì (quella sola che interessava a noi) stranamente direi. Forse avevano sbagliato ad accettare una prenotazione a partire dal sabato. Unica nota positiva, un appartamento appena rinnovato, pulito, ben gestito, ma irraggiungibile in auto anche con il permesso disabili, così mio genero si è sobbarcato il trascinamento dei bagagli. La sera del venerdì nessun ristorante prenotabile, dopo inutili peregrinazioni riusciamo ad infilarci in una pizzeria assai modesta.
(C) Ma non ci dici il luogo?
(S) No. Non voglio farne un caso specifico, non meritato, anche se non sarà difficile scoprire la tappa successiva. Confermo che il luogo in sé è bellissimo e lo sarà ancora di più trovandolo meno affollato, ma è proprio questo il punto, quello che gli anglosassoni chiamano ‘overtourism’, un affollamento sproporzionato alle strutture esistenti e forse anche alla capacità di gestirle e alla volontà di fare gli investimenti necessari per offrire un’accoglienza adeguata. Non parliamo di lussi, ma solo di sostituire i corrimano ruggini e graffianti sulle scalette per scendere dalla passeggiata alla spiaggia… (sì siamo al mare e dal proverbiale difetto forse capite la regione), mancanza di panchine e di cestini per rifiuti, d’indicazioni dei luoghi interessanti nel paese, ovviamente di parcheggi…
(C) Se non facevi capire che era il mare potevamo pensare al nostro Sacro Monte o a tanti accessi ai nostri laghi, laddove non bloccati abusivamente dalle costruzioni.
(S) Ma la delusione maggiore è venuta dalla gita in battello al ‘monumento simbolo’, che proprio desideravo visitare. Bellissimo il tragitto sul battello pubblico, senza troppo affollamento, perché adeguatamente rinforzato, ma faticoso e inutilmente disagevole il percorso dallo sbarco al luogo di grande bellezza: uno stretto sentiero affollatissimo, inutilmente lungo e faticoso, mal protetto dai soliti paletti di ferro ruggine. Giunti sul luogo si deve, giustamente, attendere il turno per venire ammessi alla visita; non scegliamo quella guidata per non tormentare le nipotine e il disabile, ma dobbiamo lamentare la scarsa presenza di pannelli illustrativi della storia e delle particolarità del luogo. Mi metto io solo ad orecchiare un cicerone, che risulta essere il giardiniere del luogo ed apprendo che i tre grandi nemici dell’ambiente circostante, molto bello, sono nell’ordine i cinghiali, le capre e … l’uomo. Intuitivi i danni dei primi due animali, ma quelli del terzo…? Il sovraffollamento, peraltro limitato nel tempo a stretti periodi determinati, mentre altre stagioni e giornate presentano il deserto e, brutta sorpresa, danni volontariamente inflitti al patrimonio naturale da sconosciuti.
(O) Come sempre e dovunque è questione d’educazione.
(S) Anche di programmazione. Alcuni luoghi, non solo Venezia, possono e devono programmare l’accesso, in certi periodi, a numero chiuso. Soprattutto quando si tratta di beni ambientali e culturali ad accesso gratuito, essi vanno preservati anche con modalità severe. Una miglior gestione consentirà anche una migliore fruizione.
(C) Che dire allora del Sacro Monte? Dobbiamo renderlo più accessibile, sempre o talvolta mettere un filtro? Aumentare le attrattive nei periodi di bassa richiesta non è facile, mentre al contrario bloccare gli accessi quando c’è richiesta, lo è fin troppo.
(O) Io penso ad ambedue le ipotesi. La salita da valorizzare è ovviamente quella delle cappelle, se non sono aumentabili i parcheggi in loco (non riapriamo vecchie ferite) occorre trovare collegamenti più agili e ben pubblicizzati. Le funicolari? Idem, previo restauro di quella del Campo dei Fiori ed incremento delle attrattive di vetta, cercando anche qui di creare almeno una parziale stagionalità, non potendo nessuna iniziativa sussistere solo grazie ad un certo numero di fine settimane estive. Ancora una volta il giubileo sta riportando i pellegrini, ma in… attesa del prossimo (è sicuro il 2033) dovremo cercare di dare valore alle persistenti bellezze paesaggistiche, culturali, religiose, rafforzando la collaborazione tra le realtà locali e cittadine, civili e religiose.
(C) Visto che parliamo di Varese riprendo il messaggio in stile catoniano: “CETERUM CENSEO CIRCUMVALLATIONEM VARESINAM AEDIFICANDAM ESSE.”
(S) Sebastiano Conformi (O) Onirio Desti (C) Costante