(C) Riluttante a prendere le mosse dalla repentina scomparsa di Papa Francesco, tuttavia, pur incaricato di occuparmi di robotica e di AI non posso che prendere spunto da un’osservazione da Lui resa proverbiale: sta avvenendo un cambiamento d’epoca. Non siamo ancora al TRANSUMANESIMO, né so dire se ci arriveremo mai o no, ma so che di fronte ai successi delle scienze informatiche e robotiche da un lato e alla fatica di approfondimento delle scienze cognitive umane (quelle che studiano il cervello e, ancora più faticose, quelle che ne studiano le realizzazioni culturali), affiora l’idea che l’intelligenza artificiale possa non solo superare quella umana, ma renderla del tutto inutile anche nei livelli modestamente realizzativi, facilmente sostituibili da braccia metalliche di lavoratori robotizzati.
(S) Da questo punto di vista il messaggio terra-terra del Parroco del Mondo Francesco può essere stato un freno efficace! L’uomo conterà sempre.
(O) Oh, che strano, stavolta sono io timoroso e Conformi ottimista. Ma perché non ha letto o non ha capito che il problema nasce proprio dalla possibilità che un’intelligenza QUANTITATIVA, avvantaggiata dalla possibilità di analizzare in breve una mole enorme di dati potrebbe soppiantare la QUALITATIVA tipicamente umana. Noi progressisti veri sappiamo leggere dov’è il vero progresso. Vi porto la testimonianza del più accanito progressista del mondo occidentale: Noam Chomsky, che sostiene che sistemi simili siano essenzialmente motori statistici che cercano schemi nei dati, senza alcuna reale comprensione dei meccanismi linguistici e cognitivi. Al contrario, la mente umana è un sistema efficiente che opera con poche informazioni ma in modo sofisticato. Questa capacità deriva da un “sistema operativo” innato geneticamente, completamente diverso dall’approccio puramente statistico del machine learning. Quindi occorre studiare più a fondo le neuroscienze, per capire come implementare in senso qualitativo i sistemi attuali. In realtà il mio timore è che il male non si posizionerà mai autonomamente nel sistema artificiale, ma nella volontà dell’uomo o del gruppo di potere che avrà la possibilità di usarlo senza limiti.
(C) Forse stiamo correndo troppo. Non vi incuriosirebbe sapere che cosa l’AI pensa di se stessa? Che cosa è in grado di cogliere nel vasto dibattito delle menti umane su di LEI? Proviamo a sottoporle il nostro testo e vediamo come reagisce.
GEMINI, la versione di Intelligenza Artificiale di GOOGLE a cui abbiamo sottoposto quanto sopra, si mostra modesta nel declamare le proprie virtù, circospetta nell’ammettere difetti, desiderosa di apprendere dalle critiche, ansiosa di migliorarsi. Ecco il passaggio conclusivo:
(G) “L’articolo offre una panoramica sintetica ma efficace di alcune delle questioni più urgenti e affascinanti del nostro tempo. Il dibattito sul transumanesimo e sull’intelligenza artificiale non è solo tecnico o scientifico, ma profondamente umano e filosofico. La voce critica di Noam Chomsky ci ricorda l’importanza di mantenere un approccio rigoroso e di non sottovalutare la complessità dell’intelligenza umana. La riflessione sulle implicazioni etiche e sociali è un imperativo per garantire che il progresso tecnologico sia al servizio del benessere dell’umanità e non porti a conseguenze indesiderate. Questo articolo è un ottimo punto di partenza per una discussione più approfondita su questi temi cruciali.”
(C) Che conclusione pensiamo di ricavarne noi? Che Gemini si sforza di compiacere il padrone? Che come Tirone, il liberto di Cicerone si sforza di mettere in bella copia le sue arringhe pronunciate magari confusamente nell’enfasi del dibattimento?
(S) Prendo atto che vi siete divertiti a costruire un gioco di specchi tra voi e la vostra Artificiale Nonsocosa. Siete pronti a dire che lo spazio non vi ha consentito di esibire tutto quello che l’AI vi ha raccontato e che il tempo non vi ha consentito di approfondire. La verità è che questi meccanismi vanno come il fulmine, esaminano mille pareri in un secondo, scartano quelli inutili o stravaganti e consolidano il sapere. Se non vi sbrigate ad imparare ad usarli, mettendoci un po’ di sale in zucca, sarete voi a finire disoccupati nel cambiamento d’epoca.
(C) Costante (S) Sebastiano Conformi (O) Onirio Desti