Apologie Paradossali

L’ALLENAMENTO DEL MERITO

COSTANTE PORTATADINO - 31/10/2025

(C) Non te l’aspettavi, caro direttore, che alla fine di ottobre già esonerassero un allenatore, per di più quello della Juve? Per di più quel Tudor (niente a che vedere con la dinastia dei reali inglesi, Enrico VIII ed Elisabetta I, che più che palloni fecero rotolare teste di cattolici) che pochi mesi fa, subentrando ad un Motta diventato panettone stantio, aveva salvato la Juve dall’uscita dalla Champions? Ma così va il mondo, certe posizioni sono per natura fragili e cadono per un soffio di chiacchiere da bar, alimentate da qualche Var, mentre altre posizioni assai più delicate, quelle dei politici di tutto il mondo, resistono come “torre che non crolla”, anche senza un merito riconosciuto.

(O) Stai insinuando che mentre il mondo del calcio va verso un eccesso di democrazia populista, qualche settimana d’insuccesso e sei fuor a furor di popolo, gli insuccessi politici sono troppo facilmente dimenticati?

(S) Se C. insinua, io constato, è proprio così. Ma propongo una spiegazione. È sempre più difficile valutare il merito effettivo delle singole persone, ancora di più quello delle ‘squadre’. Che qui sono di calciatori, là sono i partiti, con le loro proposte e le ideologie retrostanti.

(O) Non starete mica rimpiangendo i famosi tempi addietro, quando i democristiani cambiavano governo ogni sei mesi o poco più’? Poniamoci il vero problema, in entrambi i campi il vero problema, lo ridico stranamente concordando con Conformi, è la difficoltà a riconoscere il merito.

(C) Riconosco che in questo ginepraio mi sono messo da solo, perciò non mi tiro indietro, nella ricerca di spiegazioni e di proposte. La prima, forse più sottile ragione, è che il merito non ci interessa, ci interessano i risultati. Ci interessa tanto poco il merito degli altri, perché ci interessa poco il nostro.

(S) Non è del tutto esatto; a noi vecchi interessa ancora, anzi vorremmo vederlo riconosciuto, anche se ormai il nostro sta volgendo al passato, tanto che spesso cerchiamo di farlo riconoscere, tentando da anziani altre “carriere”, magari gratis nel volontariato, pur di non farci mettere da parte. È nella generazione di mezzo, non so nei più giovani, che contano i risultati: il posto di prestigio, il trattamento economico, il tempo libero.

Al minimo inciampo, alias frustrazione, scatta la ricerca non del proprio errore, ma del capo espiatorio. Per i tifosi, gli arbitri, per i politici, secondo le parti, la magistratura o i fascisti, o i terroristi e i comunisti, i capitalisti e gli speculatori.

(O) Questo spiega la fragilità dei successi calcistici, non la durata dei politici attuali.

(C) In politica non c’è la classifica e lo scudetto è lontano perché la legislatura dura cinque anni. Più ancora: la narrazione ha sostituito l’analisi dei risultati, il contrasto verbale e addirittura la denigrazione anticipano e rendono inutile la valutazione delle azioni dell’avversario, che comunque ha sempre torto.

(C) Non divaghiamo. Torniamo a come valorizzare il merito. La prima leva dovrebbe essere la scuola. Non la intendo competitiva e tanto meno selettiva; anzi personalizzata e attenta agli ultimi, quelli che hanno più merito se riescono a migliorare se, stessi, i propri comportamenti e conoscenze. Inclusiva, come si usa dire oggi, ma orientata verso l’alto. E subito bisogna dire che i primi soggetti di cui dovrebbe essere riconosciuto il merito, sia come classe sociale, sia individualmente, sono proprio gli insegnanti. Consentitemi il paragone: diventino gli ‘allenatori’ dei loro alunni, per migliorarli, non per giudicarli.

Il secondo livello sarà certamente quello del lavoro. Pur capendo le ragioni per cui i sindacati sono attenti a migliorare i livelli più bassi, è una grave mancanza quella di non puntare sul riconoscimento delle capacità e dell’impegno individuale e lasciare che questo, se accade, sia opera del datore di lavoro.

(O) Pensi che l’intera società guarderà davvero al merito reale e non solo alla capacità comunicativa, se esso verrà riconosciuto negli ambienti più generici e basici come scuola e lavoro?

(C) Certo! Non hai visto cosa ha salvato Sarri e condannato Tudor? Un gol di BASIC! (Perdonate la scemata).

(C) Costante (O) Onirio Desti (S) Sebastiano Conformi