
L’alcool è da considerarsi dannoso per il nostro organismo. Noi italiani amanti del buon bere forse siamo i più fortunati perché, a dosi moderate, vini rossi di qualità, sono una intelligente mediazione tra il piacere ed un peccato che così non è da considerarsi mortale.
Quello che ancora oggi è fonte di grandissimi problemi sociali e sanitari è invece il binge drinking del quale purtroppo sono ancora piene le pagine dei giornali per i gravi danni che procura.
Devo premettere che l’inasprimento delle pene ed i maggiori controlli sulle strade hanno sicuramente elevato l’attenzione dei giovani verso il problema così come dimostrato dalle statistiche, ma ciò non toglie che l’alcool per basso costo, facilità di acquisizione sul mercato e rapidità di effetti rispetto ai tempi di assunzione, risulta, al pari delle droghe, ancora un grosso problema.
La traduzione di binge drinking in italiano è abbuffata alcoolica, bere per ubriacarsi, indica cioè una assunzione di questa sostanza in un’unica occasione in un tempo ristretto, tale da produrre una perdita di controllo ed a seguire una intossicazione alcolica fino ad un vero e proprio coma etilico.
Dal punto di vista quantitativo è definita come una assunzione di 60 o più grammi di alcol puro in una sola occasione (un bicchiere corrisponde generalmente ad una Unità alcoolica, cioè 12 grammi).
Obbiettivo di questa pratica è quindi quello di arrivare ad ubriacarsi nel più breve tempo possibile oggi in Italia è più comune nel sesso maschile, tra i 18-24 anni ma sta incominciando a diffondersi anche tra gli 11 ed i 17 anni, tende a ridursi con il progredire dell’età.
Rappresenta tra i giovani la modalità più diffusa di assunzione di alcolici e le ricerche indicano che sia usato allo scopo di uniformarsi al gruppo, per socializzare più facilmente, sentendosi più disinvolti e disinibiti.
Anche il livello culturale e lo stato socio economico della famiglia sembrano svolgere un ruolo, insieme naturalmente al condizionamento della compagnia, visto che la prevalenza più alta di questo comportamento è nei giovani appartenenti allo status socio economico più alto.
L’abitudine è più frequente se i genitori non hanno abitudini moderate e se diventa ripetitiva può portare ad un problema di alcolismo.
Tutti gli studi confermano che un consumo regolare e continuativo di alcool sia estremamente dannoso per il fegato ed in particolare per lo sviluppo di cirrosi epatica. La modalità più pericolosa di assunzione di alcool è proprio il binge drinking perché associa quantità eccessiva di sostanza a tempi brevi di assunzione.
La velocità con la quale il fegato metabolizza l’alcool è diversa da persona a persona, dal sesso (le donne ci mettono il doppio del tempo), dall’età e dal peso corporeo, anche se per facilità di spiegazione si può parlare di circa 1 h per digerire mezzo bicchiere.
I sintomi dell’intossicazione da alcool si dividono generalmente in due fasi: la prima di esaltazione con tra l’altro viso arrossato, occhi lucidi, perdita dei freni inibitori, nausea e vomito; la seconda di depressione con difficoltà a mantenere l’equilibrio, a parlare e diminuzione della temperatura corporea.
Aumentano i rischi di intossicazione da alcool peso ridotto, essere a digiuno, quantità assunta e livello di intolleranza individuale.
I rischi che produce l’intossicazione sono incidenti stradali, cadute, perdita di autocontrollo, comportamenti violenti, scarsa capacità in generale di giudizio sulla pericolosità delle situazioni.