“Ti mangio il cranio!” era la frase che di tanto in tanto Fabio Capello riservava a un suo giocatore quando in allenamento non rendeva a dovere oppure commetteva degli errori marchiani. Adesso diventa il titolo di una rubrica con la quale – perdonate l’uso della prima persona – cercherò di proporre alla vostra attenzione aspetti della città e del territorio che non mi vanno, identificando, nei limiti del possibile, il reprobo che merita l’”infauciata”. Ovviamente non ho la pretesa che quello che dico sia oro colato o Vangelo riconosciuto: gli spunti saranno semplicemente un punto di vista personale e un modo per attivare un dibattito e, possibilmente, per arrivare a una soluzione dei vari problemi. “Ti mangio il cranio!” sarà prima di tutto uno spazio radiofonico – breve, giusto un paio di minuti al massimo – su RMF, in un giorno della settimana che di volta in volta sarà concordato con Antonio Franzi, nuovo coordinatore delle operazioni via etere. Ma si è pensato che fosse anche il caso di avere un “rimbalzo” sul web, per allargare il raggio d’azione.
Da che cosa cominciare, allora? Ho scelto di porre la questione del nuovo svincolo di Largo Flaiano, non tanto per il problema che ancora qualcuno sbaglia direzione – nel novero vanno considerati i non pochi che lo fanno apposta, senza il minimo senso civico e di corretta condotta automobilistica, per fretta o perché si credono i più furbi in circolazione – ma per l’indecente “look” che rimane a lavori ormai ultimati. Prima di tutto nel lato settentrionale del “biscotto”, tra via Magenta e via Bixio, se guardate oltre il guard rail troverete di tutto e di più, da avanzi dei lavori non rimossi a carte, cartacce e bottigliette seminate dagli incivili. Più o meno la stessa cosa avviene nel lato meridionale, detto che l’insieme è sciatto in maniera inaccettabile. Mauro Gregori sul suo sito “Varese la vedo così” ha più volte posto (invano) il problema, proponendo anche un rendering di come sarebbe possibile far diventare gradevole un luogo che è un biglietto da visita con fiori, piante e un minimo di arredo urbano (Varese sarebbe la Città Giardino, fino a prova contraria). E io aggiungo: si potrebbe proporre a due eccelsi artisti varesini, Marcello Morandini e Vittore Frattini, di contribuire all’abbellimento con una loro opera. Sono sicuro che accetterebbero di buon grado. Invece nulla di tutto questo accade ed è facile prevedere che Largo Flaiano, sic rebus stantibus, nel tempo diventerà un altro luogo di degrado. Che la frase di Fabio Capello sia dunque applicata alla giunta municipale.