In Confidenza

I PESCATORI

Don ERMINIO VILLA - 31/10/2025

Noi abbiamo una vita facile, comoda, ben più fortunata rispetto a tanti uomini/donne del nostro tempo…; eppure sperimentiamo una opacità amara perché, pur donando e ricevendo amore, non affrontiamo sordità e cecità, cominciando da una diagnosi su noi stessi.

I pescatori diventano modello nel loro progettare (gettare-pro) cioè sanno spingere se stessi in avanti e in profondità. Noi invece siamo più esperti a ‘gettare’ e basta (senza “pro”), gettare come impulsività e improvvisazione, gettare nel senso di sciupare, di perdere l’occasione…

I pescatori sono ‘pro-tesi’ al mare, noi siamo solo tesi. Curioso che il digitale usi ‘pro’ per indicare un ‘up-grade’, un salto di livello, più professionale e sofisticato, per esperti. Così attivo è chi fa e ‘pro-attivo’ è chi coinvolge.

Per pro-gettarsi bisogna prima sgarbugliare le reti del passato. È un lavoro di conversione su se stessi: siamo imbrigliati da rimpianti, rimorsi, rivendicazioni, dal “tanto, ormai!…”. Per pro-gettarsi bisogna riannodare le reti dei valori. Noi siamo aggrovigliati in dinamiche complesse o complessate, che ci sfilacciano impedendoci di gustare il qui e ora.

Per pro-gettarsi bisogna riassettare le reti social. Noi siamo catturati da opinioni, pareri, giudizi e pregiudizi degli altri e confondiamo l’apparenza con la verità.

Per pro-gettarsi bisogna poi valutare le condizioni e il clima. È essenziale comprendere le situazioni: sono favorevoli o c’è rischio burrasca? Partire o aspettare? Che cosa è meglio fare? Come equipaggiarsi? È un’analisi che modifica l’approccio: le variabili avverse, se studiate, diventano amiche e complici.

Per pro-gettarsi bisogna infine considerare il mare: è “l’altro” da cui ti aspetti. È essenziale la premura della pazienza, la delicatezza nel porsi, la meraviglia della gratitudine.

Non si può decidere quale pesce prendere, ma tutto è dono, il molto di oggi e il poco di domani. Ma è sempre tanto! A noi viene più spontaneo essere cacciatori, inseguitori, rivenditori, ammaliatori, gestori o anche solo spettatori.

Essere pescatori è difficile, ma per evitare che il mondo finisca basta poco: capire di parlarci se siamo ciechi e di scriverci se siamo sordi.

Essere “pescatori di uomini” è di più, è la logica di Dio che chiede di fidarsi e affidarsi, lasciando il porto sicuro delle presunzioni su cui galleggiamo ancorati:

Lasciata barca e reti partirono pro-gettandoSI in avanti e in profondità”.