Io & Lui

SONO STANCHI, TANTO STANCHI

LUCIANO DI PIETRO - 18/05/2012

Al sole, sulla sdraio in terrazza, la Lui esercita le meningi con la Settimana Enigmistica.

Le vado vicino e le faccio:

– I giovani hanno un estremo bisogno di sedere!

Continua a riempire le caselle, e approva:

– Eh sì, coi tempi che corrono, per trovare un lavoro…ne hanno proprio bisogno!

La Lui ha una spiccata capacità di seguire i suoi pensieri prima di attribuire il più comune valore semantico a una parola.

– Non dicevo in quel senso. Dicevo che i giovani hanno un estremo bisogno di sedersi, di stare seduti! I giovani, cara mia, sono stanchi.

– Oh bella, e perché?

– Giù in centro, aspettavo la “N” per andare in viale Belforte. Sai, alla fermata davanti alla Giuliani e Laudi, in via Moro, di fianco alla piazzetta San Giuseppe?

– Ebbene?

– Ebbene, ho contato otto ragazzi seduti sul gradino delle due vetrine dell’agenzia, e altri cinque seduti sul gradino del negozio dove una volta vendevano le scarpe, e che ora è chiuso.

– E cosa facevano?

– Niente. Parlavano, “davano il cinque” a qualche amico che arrivava in quel momento e non trovava più posto a sedere, fumavano…

– Niente di male, mentre aspettavano l’autobus, socializzavano!

– Eh già – dico io. – A un certo punto, dalla Giuliani e Laudi esce una giovane, un’impiegata, penso io, e mette la chiave nella serratura per tirar giù la saracinesca elettrica. Erano circa le due e un quarto circa. Mi sono detto: “sarà rimasta a fare un po’ di straordinario, e chiude prima di ritornare al lavoro più tardi”…

– Ti interessano gli orari delle agenzie di viaggio? – chiede la Lui totalmente disinteressata.

– No! Ma mentre la saracinesca scendeva, quelli mica si alzavano!

– Sono rimasti schiacciati? – fa lei, palesando una vena sadica che non le conoscevo ancora.

– No: continuando a chiacchierare e a fumare, hanno spostato la schiena e le chiappe quel tanto che è bastato perché la saracinesca calasse tra la vetrina e i loro glutei, rimanendo seduti proprio sull’orlo del gradino.

– Scomodi!- commenta la Lui.

– È quel che dico anch’io, ma si vede che erano davvero troppo stanchi, estenuati! Quando è arrivato il bus, un gruppetto si è alzato buttando le sigarette ancora accese lì per terra, in mezzo a qualche macchia consolidata di Coca Cola o di birra (un troiaio, come direbbero i tuoi parenti maremmani!), mica nel portacenere che c’è proprio di fronte, sul cassonetto per i rifiuti a fianco di una colonna del portico. Poi, dato che era la più vicina, sono saliti sull’autobus dalla porta centrale, quella per la discesa…

– Sei il solito intollerante con i giovani! – mi rimprovera la Lui, quando so benissimo che sarebbe stata la prima lei, dovendo scendere, a mettersi a braccia larghe sulla porta del bus, con lo sguardo da ex prof-pantera: “E allora?! Si può scendere o dobbiamo venire tutti con voi fino al capolinea?”

– Poi ho fatto un giro – proseguo io, – e ho visto che sono proprio stanchi, ‘sti giovani. Si siedono dappertutto! Sullo schienale del panchinone marmoreo che circonda la fontana di piazza Monte Grappa; sui gradini di Banca Intesa in piazza san Vittore (sulle nicchie della facciata della chiesa non possono più farlo… perché da tempo ci sono vasi di piante); sui gradoni del Garibaldino…sono sempre lì, seduti, stanchi!

– Dev’essere la movida! – fa la Lui, ricacciando la testa nella Settimana Enigmistica.