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Lettere

LETTERA APERTA AL “MIO” SINDACO

- 30/01/2013

Le scrivo tramite RMFonline, caro sindaco Fontana. In chiusura dell’ultimo consiglio comunale, caratterizzato dalla mozione di sfiducia, lei ha preso la parola ringraziando chi aveva votato in suo favore e tra l’altro ha detto:

“… in Lombardia i comuni che non hanno approvato il PGT sono 600! Allora dovrebbero essere sfiduciati 600 sindaci?” forse non precise le parole, ma il concetto era questo.

Opinabile la tecnica di questo suo intervento, che non permetteva repliche, per cui sorge la necessità di inviarle questa lettera aperta.

È  una provocazione la mia? Dico di sì! Via tutti i 600, a qualunque partito appartenga no. Ma ripeto: E’ una provocazione E’ evidente che se questo avvenisse sarebbe un disastro per buona parte della Regione, come è un disastro la mancata realizzazione del PGT da parte di un numero così elevato di comuni. Ma una profonda  meditazione va fatta perché non è ammissibile una situazione così critica e così diffusa su tutto il territorio lombardo. Si potrebbe spolverare il detto “mal comune, mezzo gaudio” ma in questo caso non funziona. Anzi!

È  una legge farraginosa quella emanata dalla Regione? Se si, l’ANCI non ha la forza politica di farlo presente alla Regione stessa e far si che vengano fatti emendamenti? Ma perché i comuni virtuosi l’han fatto il PGT e gli altri no??

I comuni inadempienti sono 600, quindi 600 i sindaci che non hanno ottemperato all’imput della Regione! C’è qualcosa che non va nella vita amministrativa italiana. I comuni in difficoltà sono tanti! Le comunità in conseguente disagio troppo numerose e la Regione cosa fa e cosa realmente ha fatto per questo PGT? Perché l’ha voluto e l’ha voluto così? Ripeto: c’è molto che non va nella vita amministrativa dei nostri territori … Sia a livello centrale che periferico.

Va  trovato il modo di cambiare la gestione dei nostri comuni? Si, è un’ urgenza!… Si, ripeto, è un’urgenza perché accanto alla crisi economica ( non voluta da noi, ma anche tra di noi  molti ci hanno “guazzato”) sembra che ci sia una crisi dei nostri neuroni cerebrali che appaiono incapaci e, in certi casi, amorali, per cui non si riesce a prevedere la durata di questo veramente triste periodo di inizio del secolo. Durerà anni, lustri, decenni … Ma siamo sicuri che non sia ora di cambiare il modo in cui amministriamo il territorio? La divisione in comuni (alcuni piccolissimi), province, Regioni (alcune troppo piccole) non è uno spreco di denaro? Ma sapremo trovare un modo nuovo, più snello, più efficace per amministrare??

Non illudiamoci, senza sacrifici, senza la forza di pensare, senza la capacità di innovare, senza la capacità di stringere i denti, senza l’entusiasmo di “fare” non si può cambiare nulla.

Guardiamo lo stato attuale della nostra vita civile: incapacità di gestire le nostre industrie piccole e grandi (drammatica e suicida la risoluzione di portarle all’estero). Le Banche continuamente sull’orlo del fallimento, lontanissime dai principi della loro fondazione, appaiono praticamente delle finanziarie che succhiano lo Stato e i risparmiatori. Le università sono vittime da decenni di livido “baronaggio” dove la ricerca è fittizia e le cattedre  passano da padre a figlio. La giustizia è lenta con conseguente ingorgo delle carceri e crisi per l’economia. L’edilizia  versa incessantemente cemento sul territorio, lontana dall’architettura e dal bello.  E così via.

Non vuol essere questa lettera un “attacco politico”: Non è mio costume e gli attacchi politici non servono a nessuno. Dalle schermaglie politiche la città non trae nessun vantaggio e nessuno cambia idea. Desidero solo meditare sul tanto che non va, che mi e ci addolora, sperando ed anelando a valide soluzioni.

Emilio Corbetta, consigliere comunale P.D.

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