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Attualità

IL SOGNO CHE SI RINNOVA

don ERNESTO MANDELLI - 29/03/2013

Giotto, Francesco dona il suo mantello, Basilica di Assisi

Più volte in anni giovanili abbiamo sognato, guardando alla Chiesa delle origini: “…i credenti avevano un cuor solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune. Con grande forza gli Apostoli davano testimonianza della Risurrezione del Signore Gesù” (Atti 4,32-35).

Lungo i secoli sulla Chiesa si sono sedimentate purtroppo incrostazioni pesanti di tipo mondano e ispirate alle corti dei nobili del tempo, al punto da oscurare quel volto semplice, libero, povero e affascinante della Chiesa degli Apostoli. Il Concilio Vaticano II ha avuto il merito di riaprire quei sogni e quelle speranze.

Ma da tempo ormai la Chiesa in Occidente registra stanchezza, carenza di slanci profetici, di spinte evangeliche, anzi stanno emergendo vicende di infedeltà molto preoccupanti. Queste osservazioni generiche non possono comunque mettere in ombra esperienze spirituali forti e intense e testimonianze coraggiose di carità, presenti nella Chiesa, alle quali molti fanno riferimento. Ma a confermare l’amarezza di questi momenti basti ricordare le parole autorevoli del Cardinale Martini, poco prima della sua morte: “La Chiesa è stanca nell’Europa del benessere e in America. La nostra cultura è invecchiata, le nostre chiese sono grandi, le nostre case religiose sono vuote, e l’apparato burocratico della Chiesa lievita, i nostri riti e i nostri abiti sono pomposi… La Chiesa è rimasta indietro 200 anni. Come mai non si scuote? Abbiamo paura? Paura di avere coraggio? Comunque la fede è il fondamento della Chiesa”.

Oggi noi siamo di fronte a un interrogativo drammatico: questa Chiesa d’Occidente, stanca e invecchiata può ancora essere ascoltata dall’uomo d’oggi, specie dai giovani?

A partire dagli anni ’60 si è sviluppato anche da noi un benessere economico diffuso, che ha dato origine a nuovi stili di vita improntati da un consumismo senza limiti. Questi stili sono entrati anche nella vita delle comunità cristiane, che non hanno saputo gestire l’ondata consumistica. Proprio in questi anni si è avviata la caduta e la perdita progressiva del senso della Fede, registrando contemporaneamente la insignificanza delle comunità cristiane nel contesto sociale.

L’apparizione inattesa nella vita della Chiesa di Papa Francesco, con il suo stile di vita semplice, libero e sobrio, ha suscitato molti entusiasmi e aperto molte speranze. La scelta del nome Francesco inoltre sta ad indicare una volontà nuova di rinnovamento e la prospettiva di “una Chiesa povera per i poveri” può essere la strada nel nostro tempo per un nuova evangelizzazione.

Infatti fa riflettere e preoccupa la vita dell’uomo d’oggi, che ha fatto del denaro il suo vero idolo, del benessere economico e del consumismo la sua ricerca costante, di fatto segnando l’esistenza con una impronta quasi esclusivamente materialistica, senza sfiorare i sogni di felicità sperati. Quest’uomo come può essere richiamato alla sua dimensione spirituale, come può mettere al centro della vita sociale i valori di giustizia, libertà, solidarietà, come può soprattutto dare risposte alle domande fondamentali circa il senso della vita, della sofferenza, della morte, del futuro di Dio?

Un Cristianesimo che tende ad offrire soprattutto pratiche religiose e a erogare servizi religiosi richiesti per lo più per consuetudine sociale non è certamente in grado di affrontare le domande vitali e profonde dell’uomo. Le masse giovanili soprattutto abbandonano questa religiosità, vivono illuse della società dei consumi, o cercano altre esperienze religiose.

L’annuncio di “una Chiesa povera per i poveri” fatta da Papa Francesco può diventare realmente la nuova via della evangelizzazione.

Questa proposta, ispirata e sostenuta dalla radicalità evangelica di Francesco d’Assisi, ci riporta alle origini della predicazione cristiana ed è capace di suscitare nell’uomo d’oggi interrogativi profondi sul significato della sua esistenza. Lo Spirito del Risorto saprà svelare ai puri di cuore il messaggio di Gesù: “Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo” (Marco 1,15).

Una Chiesa che si fa “povera” inoltre evangelizza se stessa: si interroga sull’uso dei beni, sulla essenzialità delle strutture, sulla sobrietà di stile delle sue feste, sull’uso del denaro, e soprattutto sulla condivisione fraterna. In particolare ci si deve chiedere perché i poveri rimangono ai margini delle nostre comunità; o vengono a bussare alle sedi delle Caritas, quando hanno bisogni impellenti, sperando di non raccogliere solo briciole.

Si sta aprendo per la Chiesa un tempo di grazia straordinario. Il Signore Risorto, la vera guida della Chiesa, ha dato i suoi segnali: il gesto illuminato ed umile delle dimissioni di Benedetto XVI e la scelta inattesa dai più di Francesco. Questi segni inequivocabili sono le modalità con le quali lo Spirito Santo, presente nella Chiesa, suggerisce i percorsi del Regno di Dio nella storia degli uomini. I cristiani, attenti al cammino della Chiesa per il bene della umanità, attendono ora da Papa Francesco indicazioni e passi nella linea del rinnovamento evangelico, facendo tesoro del Concilio Vaticano II; pronti per un cammino di revisione e cambiamento radicale, perché le nostre comunità siano testimoni autentici che Cristo è veramente risorto. Ci sarà di aiuto e stimolo la vita di san Francesco d’Assisi.

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