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Universitas

SUL VALORE DELLA LEADERSHIP

SERGIO BALBI - 03/05/2013

Oggi che Peres non occupa ruoli di governo, affidati in Israele al Primo Ministro, ha scoperto “una nuova forza che non ho mai nemmeno sognato: la possibilità di rivolgermi alle persone e di chiedere loro di offrirsi volontarie. (…) Il mio compito è consentire ad altri di lavorare. Non decido, ma abilito. Sono un servitore, non un leader. Penso che se vuole conquistare il pubblico, un leader, un politico deve davvero capire che il significato della leadership oggi è servire, non imporre”. L’analisi di Shimon Peres pone l’accento su alcune questioni importanti con le quali dobbiamo confrontarci, ognuno nel proprio ambiente, grande o piccolo che sia: oggi sono le idee che costruiscono, che producono bene e beni, le idee sono frutto delle singole persone e se vogliamo che una società sia felice (è semplicemente questo che tutti cerchiamo e speriamo) è necessario che queste persone siano libere di esprimerle e realizzarle. Non comandare, ma “abilitare” diceva Peres, dare la parola, l’autonomia nella gestione delle singole innumerevoli creatività di un gruppo sociale, produttivo, limitandosi ad integrare questi spazi di libertà, annodando reti di relazioni e cercando sinergie tra i talenti che devono germinare e portare frutto. Questo porta con sé un grosso impulso alla formazione perché guidare le proprie idee è un compito che necessita di preparazione e, per usare ancora le parole di Shimon Peres “penso che vi sarà un cambiamento in termini di insegnamento, apprendimento e lavoro, più apprendimento e meno lavoro. Penso che l’insegnamento sarà una branca fondamentale della nostra economia”. Per certi tratti la riflessione di Peres può sembrare utopica ma ci pare così solo se la proiettiamo nel futuro immaginando una società perfetta, senza conflitti o insoddisfazioni; ma nel momento in cui guardiamo il nostro presente con un po’ di franchezza, ci accorgiamo che queste cose stanno già accadendo, è realtà sulla nostra pelle e forse, visto che è il nostro mondo, se accettiamo questo tempo con l’ambizione di viverlo pienamente, potremo provare a trovare spazio un po’ per tutti, con più dialogo e molta, molta meno solitudine.

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