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Opinioni

LE SCUOLE CHE INVECCHIANO

ARTURO BORTOLUZZI - 14/06/2013

Come riportava sei mesi fa il Sole 24 ore, dei 64.797 edifici scolastici, censiti dal Rapporto ANCE-CRESME sul territorio italiano nel 2012, 6415 risultano essere stati realizzati prima del 1919, 6026 fra il 1919 e il 1945, 28.127 tra il 1945 e il 1971. Il 62% del patrimonio ha quindi più di quarant’anni e, spesso, è stato sottoposto male e poco a manutenzione straordinaria. Ma è l’esposizione al rischio, a rendere la situazione seria: il 37% degli edifici scolastici si ritrova in aree ad alto rischio sismico e il 9,6% a elevato rischio idrogeologico. Delle 24.073 scuole localizzate in aree ad alto rischio sismico, 4894 si trovano in Sicilia, 4872 si trovano in Campania, 3199 in Calabria.

Ho domandato con lettera al Presidente della Regione Lombardia e al Sindaco del Comune di Varese: quante scuole sono presenti nel territorio varesino, in che anni queste sono state ognuna costruite, di qualche manutenzione ciascuna è stata soggetta e a quale rischio è ciascuna sottoposta.

Non è facile trovare i soldi per risanare gli edifici che ne avessero bisogno.

A questo proposito ho registrato con soddisfazione la risoluzione votata all’unanimità dalla Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera, la quale chiede che sia rinnovato il patto coi cittadini perché possano scaricare dalle tasse il 55% delle spese fatte per migliorare l’efficienza energetica. Detta risoluzione chiede, anche, di estendere questa opportunità agli interventi di consolidamento antisismico, rendendo obbligatoria la certificazione antisismica degli edifici pubblici e privati e i relativi controlli strutturali periodici.

La Commissione si è, pure, condivisibilmente, detta preoccupata del fatto che l’agevolazione fiscale del 55%, possa essere lasciata cadere per essere sostituita con la detrazione fiscale del 36%, originariamente prevista per le sole spese di ristrutturazioni edilizie.

In considerazione del fatto che gli interventi di green economy, finalizzati alla riconversione ecologica, possano essere un importante volano per la ripresa dell’economia italiana, degradata dalla grave e prolungata crisi economica in atto, ho chiesto ai suddetti enti di indicarmi quali interventi di pubblicità siano stati da loro effettuati di questa agevolazione fiscale. Allargando lo spettro di quanto trattato alle ristrutturazioni per mettere le case in sicurezza, si avrebbe un guadagno per i privati ed un guadagno per gli enti pubblici.

Anche da questo punto di vista, ho chiesto quali azioni di sostegno siano state da questi enti compiute perché al 55% siano estesi anche i lavori di consolidamento antisismico e ai controlli strutturali periodici proposto dalla suddetta Commissione.

Il presente e il futuro dell’edilizia, uno dei settori più in difficoltà con oltre mezzo milione di posti di lavoro persi dall’inizio della crisi, è legato più che a nuove costruzioni (e nuovo consumo del territorio) a scelte diverse, come la riqualificazione del patrimonio esistente, la demolizione e la ricostruzione, il recupero di aree urbane degradate, la bellezza. Insomma alla qualità più che alla quantità, punta, giustamente, la Commissione, della quale ricordo il voto unanime.

Attendo ora un cortese riscontro nei termini di legge.

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