Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Attualità

LA MULA DI DON JOSÉ

LUISA NEGRI - 20/09/2013

Don José Brochero e la sua mula

La santità, come la luna, ha due facce. Quella aureolata e splendente che vedono gli uomini e quella nascosta, che solo Dio riconosce.

Durante l’Angelus di domenica scorsa Papa Francesco ha rievocato la figura di un nuovo Beato, un sacerdote argentino vissuto tra Otto e Novecento. Si chiamava José Gabriel Brochero ed era un umile sacerdote della diocesi di Cordoba che, per stare accanto ai parrocchiani, per lo più pastori e agricoltori dispersi sul vasto territorio, aveva svolto la sua missione sacerdotale percorrendo chilometri e chilometri in groppa ad una mula.

Don José odorava di pecora, e aveva come compagna di interminabili viaggi quell’unica creatura a quattro zampe che si chiamava, ha ricordato il Papa, Facciabrutta. Perché brutta, la mula, pare lo fosse davvero. Unica nota accattivante dell’animale, sottolineata sempre dal Papa – questa volta in una nota scritta in occasione della beatificazione di don José – era una zazzera bianca, una frangetta candida che incorniciava il suo muso di bestia testarda, ma robusta e affidabile, conferendole un che di umano.

Che Bergoglio abbia ricordato anche l’umile presenza di Facciabrutta lungo quegli impervi sentieri che salivano verso la santità non è solamente una nota curiosa. È sottolineatura che rende in pieno il senso della vita del sacerdote, votata come quella di Cristo all’umiltà e all’amore per tutte le Sue Creature.

Come il Cristo della Domenica delle Palme in groppa all’asinello evangelico, don José andava dunque incontro alle pecore del suo gregge, pastori a loro volta di altre creature di Dio, a dorso di mulo, cercando la via della Salvezza per sé stesso e i fratelli.

La sua missione riuscì al meglio. Perché si guadagnò, alla fine della vita, la più temibile delle malattie. E ne morì per troppo amore, avendo contratto la lebbra dai fratelli assistiti.

L’umiltà del servizio del sacerdote argentino, la santità del personaggio, già ben nota al suo gregge di anime e tramandata ai loro posteri, non forse ai contemporanei potenti, è ora scritta per sempre nel libro di Dio.

A reggere il peso della gloria, ce ne ha dato la certezza proprio l’insistito ricordo di Papa Francesco, sarà ancora la fedele Facciabrutta, icona sacra nell’alto dei Cieli, assurta per sempre dall’ombra siderale allo splendente riflesso della luce divina.

Ma dopo tanta strada in salita, percorsa in caparbia umiltà, le toccherà un più agevole cammino. E il giusto riposo eterno accanto al suo cavaliere, ora Beato.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login