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Lettere

A PROPOSITO DI VARESE CAMERA A GAS

- 27/10/2013

Caro Direttore, scorro i titoli e ne trovo uno che  attira particolarmente la mia attenzione di varesino, a firma Luisa Negri. Mentre scorro le righe e leggo l’articolo il cuore mi si stringe sempre più e arrivo alla conclusione più ovvia: “possibile che siamo conciati e ridotti a questo modo?”. Sono un umile varesino qualunque, quello che passa in strada e vedendo qualche porcheriola spersa si china a raccattarla per eliminarla. Non ho la preparazione né titoli per atteggiarmi a urbanista di larghe vedute. Qualche bravo professionista che si spende per il bene di Varese c’è già; basterebbe dargli migliore ascolto. Io ho la fortuna di abitare da settant’anni nella parte alta della Città, e forse per questo non noto questo così grave  inquinamento e non ne soffro. Ma devo prendere atto dei dati che forniscono i rilevamenti fatti dagli Enti a ciò preposti.

Prenderei con le molle quanto viene asserito da fonti “Estere”, la cui buona fede potrebbe essere inficiata da motivi concorrenziali. Ma se questi guai ci sono veramente e sono controllati e denunciati  da Enti nostrani e obbiettivi si dovrà dunque trovarne la soluzione.

E’ scontato che non si  possono abolire i riscaldamenti (lo dico come vecchio freddoloso di ottantasei anni) né le automobili in circolazione. Il ritorno all’età della pietra non è la soluzione auspicabile. Quelli da eliminare e sostituire sono gli attuali combustibili. Ma la tecnica, sopratutto negli ultimi periodi, ha fatto quei passi che permettono l’accantonamento delle fonti di inquinamento. Basta volerlo. Lo smog non è una invenzione dei nostri giorni. Non mancano i modi per produrre l’unico “combustibile” non inquinante,l’elettricità, e l’unica cosa che manca è la cultura relativa.

Automobili e pullman elettrici ci sono, ma pochi li usano.

Non dimenticando la guerra spietata che gli  viene fatta da tutta la catena interessata al commercio del  petrolio e suoi derivati. Ma se teniamo presenti i vantaggi economici derivanti alla salute e quindi ai servizi sanitari, sarebbe ora che chi amministra la cosa pubblica accendesse la sua attenzione in questa direzione e si impuntasse.

Tra fotovoltaico e eolico la nostra zona sarebbe ben posizionata per usufruire di questa energia e catturarla; ai petrolieri saranno pronti a sostituirsi gli ambientalisti, con le loro lagne…”deturpa il paesaggio…” Ma sarebbe il modo anche per svincolarci dai guinzagli che ci tengono legati ai fornitori esteri di petrolio e gas, pagati a caro prezzo.

Trovo utopistico il sognare Varese trasformata in un grande campo da golf, con praticelli e laghetti. Ma dobbiamo prendere atto che l’evoluzione della società ci ha portato a riunirci in assembramenti un po’ scomodi nei quali vivere e  muoversi è sempre più difficile e costoso. Sarà un sogno, Varese città elettrica e sana?

Antonio Golzi

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