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Attualità

IN RICORDO DI UNA PERSONA SPECIALE

MARCO DAL FIOR - 17/12/2011

 

Carlo Chiodi ai microfoni di RMF

Normalmente un premio riempie di gioia soprattutto chi lo riceve. E a Malpensafiere Davide Bernasconi, in arte Van de Sfroos, Anna Di Napoli e gli altri ragazzi del laboratorio multimediale dell’Università dell’Insubria così come i responsabili della Cooperativa Sociale l’Anaconda sono stati entusiasti ed orgogliosi di ritirare il Premio Carlo Chiodi 2011, ognuno nella rispettiva categoria. Van de Sfroos quello riservato al personaggio che con la sua attività e il suo lavoro ha contribuito a promuovere una comunicazione ispirata al bene, valorizzatrice del positivo e al servizio della persona. Anna di Napoli, Jacopo Barnard e Camilla Bilato quello dedicato ai giovani. L’Anaconda il riconoscimento assegnato alle realtà sociali, categoria nella quale “La Finestra” di Malnate ha ottenuto una menzione d’onore.

Il premio, alla sua prima edizione, con lo slogan “Va in onda il reale” voleva e vuole ricordare Carlo Chiodi, amato e apprezzato direttore del palinsesto di Radio Missione Francescana, che una perfida malattia due anni e mezzo fa ha strappato alla innumerabile cerchia dei suoi amici. Chissà come se la ride soddisfatto, lassù, il baffuto Carlo vedendo il suo nome accostato in modo così stretto a Davide Van de Sfroos, di cui non era solo fan, ma amico ricambiato. E come si compiace degli sforzi dei giovani dell’Insubria che nel solco del suo modo di fare informazione e giornalismo, senza effetti speciali ma con partecipazione intensa alle storie raccontate, puntano le loro telecamere sulla “normale” giornata di lavoro di ragazzi per i quali il lavoro normale non è, ma rappresenta una conquista perseguita con tenacia e vissuta come una vittoria. Così come è consolante immaginarlo mentre aggiunge il suo applauso, confuso con l’ovazione delle migliaia di spettatori che hanno seguito commossi lo spettacolo, all’indirizzo dei meravigliosi interpreti della “Divina Commedia” messa in scena dall’Anaconda.

Un premio, si diceva all’inizio, di solito regala gioia soprattutto a chi lo riceve. Il bello della prima edizione del “Carlo Chiodi” è che ha regalato un tesoro anche a chi lo ha organizzato e condotto, pur nelle mille difficoltà che un’iniziativa del genere incontra ai suoi primi passi. Intanto perché il premio è nato dall’amicizia per l’amicizia. Una sorta di abbraccio postumo a un amico da parte di persone che si sono in questo trovate subito perfettamente in sintonia, pur provenendo da realtà e situazioni diverse. Da Giancarlo Angeleri (Prealpina) a Marco Giovannelli (VareseNews), dall’assessore Raffaele Cattaneo a Matteo Inzaghi (Rete55) nessuno si è tirato indietro o si è fatto trascinare come una zavorra lungo il percorso di questa avventura. Tutti a remare insieme, nel ricordo di Carlo. Un ricordo che il tempo non sbiadisce, una testimonianza che ha lasciato il segno. In quanti gli erano affini per opinioni, comportamenti e fede, così come in quelli che partivano da posizioni diverse, discordi e, a volte, antitetiche. Il feeling con Carlo era immediato. Merito dell’entusiasmo con il quale sosteneva le sue idee ma anche e soprattutto della partecipazione con la quale si avvicinava a quelle degli altri. Senza lasciarsi convincere, ma arricchendo di un’altra goccia di conoscenza la sua strabordante umanità.

È per questo che la lunga gestazione del premio (un anno di lavoro per arrivare alla consegna ufficiale) non è pesata a nessuno. È stato anzi commovente ritrovarsi a percorrere un pezzetto di strada un’altra volta insieme a lui. L’ennesimo regalo di una persona così speciale da sembrare normale.

Marco Dal Fior

presidente della giuria del Premio Carlo Chiodi

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